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L’intervento di Boffo

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27 Novembre 2008

I fogli delle parrocchie sono stimati, perché sono per loro natura giornali della comunità: è il loro tocco originale. Sono una sorta di colonna istoriata idealmente collocata al centro di un territorio in cui si svolge la vita di un popolo e ne porta impresse le opere e i giorni. Il valore di questi fogli non sta tanto nell’assoluta coerenza stilistica, nei mezzi impiegati o nell’opulenza, ma nella capacità di testimoniare le vicende di un popolo». Dino Boffo, direttore di «Avvenire», sottolinea così il crescente apprezzamento per questi strumenti di comunicazione che stanno cambiando pelle. Davanti a un’affollata platea sabato 15 novembre, Boffo ha riaffermato l’importanza dei media di ispirazione cristiana. «"Giornalisti all’ombra del campanile": questa definizione non la applico solo a voi, perché mi ci riconosco interamente sia per quello che oggi mi trovo a fare sia per la mia trafila personale. Mi piace molto l’idea di noi che saliamo sul campanile e guardiamo il panorama, che non è ghettizzato, ma aperto. Da lassù vediamo la condizione in cui vivono i nostri concittadini». Di fronte alla globalizzazione, si riscopre il locale. «Noi dobbiamo essere consapevoli di questa ondata di ritorno ed è il motivo per il quale i giornali parrocchiali arrivano anche nelle famiglie che non frequentano stabilmente la parrocchia – ha sottolineato Boffo -. Ci sono studi che cercano di approfondire come mai una famiglia, che non sente l’attrattiva per la partecipazione alla Messa, accetti tuttavia che il foglio parrocchiale entri nella propria casa: perché è interessata alle notizie che dà». Come realizzarli al meglio? «I nostri giornali diventano strumenti di qualche interesse quando chi li fa è capace di vedere ciò che altri non vedono e di sentire ciò che altri non sentono». Due i rischi da evitare, secondo Boffo: primo, non deve essere il giornalino del parroco, ma della comunità parrocchiale. Secondo, «è importante che non si concepiscano in termini esaustivi: non devono rispondere "in toto" al bisogno di comunicazione. Chi li gestisce deve sapere che una comunità cristiana è interessata anche al settimanale diocesano, ai settimanali e al quotidiano nazionale. Dobbiamo fare in modo che questi diversi strumenti si integrino».