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13 ottobre

Lazzati, giornalista dalla schiena diritta

Nel centenario della nascita del Professore, l'Ucsi Lombardia ricorda in un convegno all'Università Cattolica il suo impegno come direttore de "L'Italia" e la sua lezione di comunicatore libero, al servizio del lettore

di Pino NARDI Redazione

9 Ottobre 2009

“Giuseppe Lazzati giornalista e direttore” è il tema del convegno che l’Ucsi Lombardia (Unione Cattolica della Stampa Italiana), l’associazione dei giornalisti cattolici, promuove in occasione del centenario della nascita.
Si terrà martedì 13 ottobre, a partire dalle 9.30, presso l’Università Cattolica, nella sede di via Nirone 15 a Milano (aula NI. 110). Aprirà i lavori il saluto di Giorgio Acquaviva, presidente Ucsi Lombardia, l’introduzione e il coordinamento saranno affidati a Fabio Pizzul, direttore di Radio Marconi. La relazione sarà tenuta da Marta Margotti, docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze politiche all’Università degli Studi di Torino. Seguiranno le testimonianze di alcuni giornalisti che hanno lavorato a stretto contatto con Lazzati, come Antonio Airò, Giacomo Corna Pellegrini, Marco Garzonio, Franco Monaco e Chicco Morati. Le conclusioni saranno di Gianni Locatelli, già direttore de Il Sole 24 Ore.
Tra i tanti ruoli svolti nella sua vita, spesso non si ricorda a sufficienza quello del Lazzati giornalista. Chiamato dal cardinale Montini, diresse il quotidiano cattolico milanese L’Italia dal 1961 al 1964. Una stagione decisiva di grandi cambiamenti nella Chiesa e nella politica milanese e italiana: gli anni del Concilio e del primo centro-sinistra, l’Italia del boom economico e la metropoli che cambiava profondamente il suo aspetto. Lazzati fu poi editorialista de Il Giorno nella prima metà degli anni Ottanta.
Un impegno assunto con grande professionalità: lui che non veniva dal mondo giornalistico, lo fu invece fino in fondo. Un giornalista con la schiena diritta, con la consapevolezza del ruolo delicato, intriso di un’etica che negli anni successivi si è affievolita nella categoria. Fino ad arrivare ai nostri giorni, dove si assiste a un imbarbarimento e all’utilizzo di “notizie” come manganello per colpire i presunti nemici. La figura di Lazzati ci ricorda invece quale deve essere il ruolo dei giornalisti, e in particolare dei cattolici che svolgono questa professione: autonomi dai poteri economici e politici, al servizio della persona e del cittadino lettore. “Giuseppe Lazzati giornalista e direttore” è il tema del convegno che l’Ucsi Lombardia (Unione Cattolica della Stampa Italiana), l’associazione dei giornalisti cattolici, promuove in occasione del centenario della nascita.Si terrà martedì 13 ottobre, a partire dalle 9.30, presso l’Università Cattolica, nella sede di via Nirone 15 a Milano (aula NI. 110). Aprirà i lavori il saluto di Giorgio Acquaviva, presidente Ucsi Lombardia, l’introduzione e il coordinamento saranno affidati a Fabio Pizzul, direttore di Radio Marconi. La relazione sarà tenuta da Marta Margotti, docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze politiche all’Università degli Studi di Torino. Seguiranno le testimonianze di alcuni giornalisti che hanno lavorato a stretto contatto con Lazzati, come Antonio Airò, Giacomo Corna Pellegrini, Marco Garzonio, Franco Monaco e Chicco Morati. Le conclusioni saranno di Gianni Locatelli, già direttore de Il Sole 24 Ore.Tra i tanti ruoli svolti nella sua vita, spesso non si ricorda a sufficienza quello del Lazzati giornalista. Chiamato dal cardinale Montini, diresse il quotidiano cattolico milanese L’Italia dal 1961 al 1964. Una stagione decisiva di grandi cambiamenti nella Chiesa e nella politica milanese e italiana: gli anni del Concilio e del primo centro-sinistra, l’Italia del boom economico e la metropoli che cambiava profondamente il suo aspetto. Lazzati fu poi editorialista de Il Giorno nella prima metà degli anni Ottanta.Un impegno assunto con grande professionalità: lui che non veniva dal mondo giornalistico, lo fu invece fino in fondo. Un giornalista con la schiena diritta, con la consapevolezza del ruolo delicato, intriso di un’etica che negli anni successivi si è affievolita nella categoria. Fino ad arrivare ai nostri giorni, dove si assiste a un imbarbarimento e all’utilizzo di “notizie” come manganello per colpire i presunti nemici. La figura di Lazzati ci ricorda invece quale deve essere il ruolo dei giornalisti, e in particolare dei cattolici che svolgono questa professione: autonomi dai poteri economici e politici, al servizio della persona e del cittadino lettore.