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Nasinsù

L’oratorio estivo, regalo per famiglie e Amministrazioni

La qualità la danno gli animatori e le animatrici, che gratuitamente donano il loro tempo a fare giocare i ragazzi e la dà il prete, che è il cuore dell'oratorio estivo

Vittorio CHIARI Redazione Diocesi

28 Maggio 2009

A Milano, in piazza Duomo, con il Cardinale, in diecimila. In tutta Italia nelle varie Diocesi, altri dieci, venti, trentamila animatori ed animatrici di Campi Estivi, la formula di “oratorio estivo”, che riscuote la simpatia di tante famiglie, preoccupate del “dove metto mio figlio” al termine delle scuole, quando i ragazzi sono in vacanza e non sanno cosa fare tutto il giorno. A Milano, in piazza Duomo, con il Cardinale, in diecimila. In tutta Italia nelle varie Diocesi, altri dieci, venti, trentamila animatori ed animatrici di Campi Estivi, la formula di “oratorio estivo”, che riscuote la simpatia di tante famiglie, preoccupate del “dove metto mio figlio” al termine delle scuole, quando i ragazzi sono in vacanza e non sanno cosa fare tutto il giorno. Risorsa per i Comuni Sono soddisfatti anche gli amministratori del pubblico: l’oratorio appare una risorsa anche di tipo economico: se sono all’oratorio, noi risparmiano e possiamo organizzare notti bianche, iniziative per gli anziani, per coloro che contano al momento del voto! Saggi i nostri amministratori, che non lesinano su mille iniziative di cooperative, più o meno colorate, su varie onlus del tempo libero, mentre sugli oratori hanno sempre paura di favorire la Chiesa e le sue associazioni: i campi estivi di Chiesa sono di parte! Quello proposto agli oratori lombardi. “Nasinsù – guarda il cielo e conta le stelle” invita ad alzare gli occhi al Cielo, alle stelle e a Dio. Non sanno questi “creativi” che sono fuori tempo? Il cielo non è più il regno di Dio e le stelle non rimandano a Lui, ma alla Scienza, che coni suoi potenti telescopi indaga l’universo! Prodotto di qualità In altri oratori estivi parlano di San Paolo o del re Davide, chiaramente fuori tema con i gusti dei ragazzi, cresciuti a patatine dal Mac Donald o ai “cartoons” dei Simpson e di tante altre attrazioni di gran lunga migliori dei Campi Estivi con i loro “bans” e inni ridicoli confrontati con il rap di Fabri Fibra o le ultime di Jovanotti. Ma, nonostante la povertà di mezzi degli oratori estivi nel confronto di megaorganizzazioni, pagate con i soldi delle varie amministrazioni o di genitori che rifiutano di mandare i propri figli ai campi estivi, perché ci sono gli extracomunitari; nonostante che il campo estivo è spesso inquinato da ragazzi mandati dai servizi sociali, nonostante questo l’oratorio estivo è frequentato perché di qualità! La qualità la danno gli animatori e le animatrici, che gratuitamente donano il loro tempo a fare giocare i ragazzi, è data dal prete, che è il cuore dell’oratorio estivo… con il suo cellulare e il suo computer ma soprattutto con la sua voglia di stare con i ragazzi, con la veste (quei pochi che la mettono) sporca di polvere o i Jeans, che fanno prete operaio anni ’70, con uno zaino dalle mille tasche dalle quali estrae tutta una serie di bans e di canti con la chitarra, con il megafono ultimo tipo che gli permette di dare fiato alla voce stanca per il troppo gridare, incitare. Gli oratori dei santi I preti degli oratori estivi sono i preti di don Bosco, di Filippo Neri, vorrei dire anche del “santo curato d’Ars”, che il Papa indica come modello di stile sacerdotale! Non sto dando i numeri per il caldo soffocante e non sto immaginando il curato d’Ars che gioca a bandiera araba o ai numeri o che si getta in piscina al parco acquatico. Del santo d’Ars, animatori e preti dell’oratorio sono invitati a imitare la sua passione per la gente, il suo stare con loro: egli non è un santo di tempi passati, i santi sono di tutti i tempi e quello che insegna ancora a noi è lo sguardo di bontà che rivolgeva alle persone, quel suo stare là ad accoglierle, senza misurare il tempo! Se aveva dei preferiti, non erano i “migliori” ma quelli considerati “i peggiori”, i rifiutati, i privi d’amore. I ragazzi non possono vivere senza amore. Possono essere privi di tutto, ma se hanno accanto chi li accoglie, chi li accetta: “oh, come aprono il cuore”, direbbe il curato d’Ars, che andava oltre, andava al “nasinsù” per vedere le stelle e oltre le stelle il Creatore. Consigli per gli animatori Il mio amico e confratello, don Luigi Melesi, dal 1978 cappellano del carcere di San Vittore, darebbe questi consigli a chi vuole vivere l’esperienza dell’oratorio estivo, con un attento occhio ai ragazzi e ragazze in difficoltà, che sono quelli che ci tengono di più a frequentare l’oratorio: domandati il perchè sono così; evita di etichettarli di fronte ai compagni; renditi loro amico, con parole e gesti del linguaggio del cuore, aiutalo a ragionare e a scoprire le cose belle che ha dentro di sé; sappi soffrire con lui e per lui e… se proprio non ce la fai, fatti aiutare dai tuoi amici e dall’Amico che sta in Alto ma guarda sempre in giù. Per concludere: sii un po’ don Bosco e un po’ Filippo Neri con un pizzico di Curato d’Ars. Sarà un Oratorio estivo memorabile per i tuoi ragazzi e ragazze ma anche per te!