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Novità web

Milano celebra in Cina

Parla don Mario Longo, dal settembre scorso parroco della chiesa della Trinità, in zona Paolo Sarpi a Milano e�ideatore di un servizio veramente innovativo: la Santa Messa trasmessa via Internet in lingua cinese.

di Filippo MAGNI Redazione

14 Dicembre 2009

La santa Messa celebrata in lingua cinese in via Paolo Sarpi a Milano, da domenica 13 dicembre raggiunge tutto il mondo. «Domenica scorsa – spiega don Mario Longo, parroco della Trinità – sono iniziate le trasmissioni video in diretta della Messa delle 15.45». Già da alcune settimane la parrocchia manda in rete alcune funzioni: da ieri a queste si aggiunge la Messa festiva delle 15.45, celebrata dal cappellano cinese don Domenico Liu. L’orario è felice: quando a Milano manca un quarto d’ora alle 16, a Pechino sono le 21.45.
«Credo sia un servizio utile per i cinesi di Milano – aggiunge don Mario -, ma anche per le persone che vivono in Cina. Questa iniziativa è un po’ il “fiore all’occhiello” del nostro sito www.parrocchiatrinita.it». Il pubblico di Internet è potenzialmente di miliardi di persone, mentre in chiesa partecipano alla celebrazione circa 70 fedeli ogni domenica: «È un numero basso – spiega il sacerdote – rispetto al totale dei cinesi a Milano, ma è un piccolo seme, un buon segno».
Don Mario, a Milano da settembre, ha già una buona esperienza di Messe trasmesse via web. «Nella mia precedente parrocchia a Civate (Lecco) – racconta – trasmettevamo le Messe (in italiano) online: i dati ci dicevano che gli utenti collegati per seguirla provenivano dai luoghi più disparati: Medio Oriente, Americhe, Australia. E avevamo anche due contatti dalla Cina». Si trattava soprattutto di connazionali residenti all’estero per ragioni lavorative. «Negli anni abbiamo scoperto – precisa – che sono molte le persone che non possono seguire la Messa, per diversi motivi contingenti. Magari perché estraggono petrolio su una piattaforma petrolifera in mezzo al mare, o perché vivono nel deserto del Sahara, o ancora perché passano la domenica lavorando sulle navi, o infine perché nella nazione in cui risiedono non vengono celebrate Messe».
Ora che la parrocchia della Trinità trasmette la Messa in cinese, don Mario può solo immaginare quali luoghi saranno raggiunti. «La voce – dice – del cappellano don Domenico potrebbe riecheggiare in una casetta di un piccolo villaggio sperduto nelle campagne cinesi, o al centesimo piano di un moderno grattacielo nel centro di Pechino… E chi ci sarà davanti allo schermo del computer? Un contadino, un operaio, un dirigente, chissà: con internet potenzialmente tutti sono raggiungibili».
Don Longo ha svolto il suo servizio pastorale a Brugherio, dove ha anche fondato una radio, e a Civate, dove ha avviato numerose iniziative tra cui un sito internet che è indicato come modello per le parrocchie della diocesi. Ora, a Milano, propone la Messa in cinese via web. «Il Vangelo – spiega – è la “buona notizia”. E una notizia va annunciata meglio che si può, con tutti i mezzi di comunicazione disponibili, sia tradizionali sia moderni». Non solo per quanto riguarda l’eucaristia domenicale, ma in diversi ambiti della vita parrocchiale. «Stiamo lavorando anche sul catechismo – aggiunge -: la sperimentazione avviata con i ragazzi prevede una formula multisensoriale che coinvolga diversi strumenti di comunicazione».
Tra i vari media, secondo don Mario, Internet ha una marcia in più. Non si tratta solo della sua universalità o del fatto che raggiunge ogni angolo del mondo. Uno dei pregi del web, spiega il sacerdote, è che consente un approccio anonimo. «Può chiarire meglio il concetto – aggiunge – la vicenda evangelica di Nicodemo. Il discepolo si recava da Gesù la notte per ascoltarne gli insegnamenti. Incontrava il Signore di nascosto per paura di quello che i farisei potevano pensare di lui. Poi, al momento del processo di Gesù, è uscito allo scoperto per difenderlo. Si potrebbe dire che Nicodemo era un po’ un discepolo “via Internet”, uno che ha preferito un approccio alla fede anonimo, nascosto. Salvo poi uscire allo scoperto quando è stato chiamato a farlo».