Sirio 26-29 marzo 2024
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24 ottobre

Alla «Cena dell’amicizia»
i 45 anni in memoria di Azzali

Presso la parrocchia San Pio V festa per l’anniversario e un ricordo particolare del fondatore a dieci anni dalla sua scomparsa. Parla il presidente Antonello Rosso

di Nino PISCHETOLA

21 Ottobre 2013

L’associazione «Cena dell’amicizia» è nata con una cena e con una cena festeggia i suoi 45 anni di attività, giovedì 24 ottobre, dalle 19.30, presso la parrocchia San Pio V (via Lattanzio, 60 – Milano). Sarà una serata di ricordi, di festeggiamenti, di progetti per il futuro e anche l’occasione per raccogliere fondi. Infatti, si potrà partecipare versando un contributo spese di 20 euro a persona (info e prenotazioni: comunicazione@cenadellamicizia.it).

«In questi anni – spiega il presidente Antonello Rosso – abbiamo moltiplicato i nostri strumenti di lotta alla grave emarginazione, ma oggi Milano sta attraversando un periodo di grande difficoltà: il Comune non ha fondi economici adeguati mentre la povertà e la grave emarginazione sono in costante aumento».

Con l’iniziativa della cena di giovedì 24 si vuole anche ricordare un altro anniversario: sono passati dieci anni dalla scomparsa di Ermanno Azzali, il fondatore di «Cena dell’amicizia». «Ciò che più colpiva di Ermanno – racconta Rosso – era la voglia di non mollare mai, nemmeno di fronte alle difficoltà apparentemente più insormontabili. E la sua storia ne è l’esempio migliore: dopo avere perso giovanissimo le gambe e un occhio, ha trovato dentro di sé la forza di diventare quel colosso che era. A un certo punto ha deciso che voleva e poteva trasmettere questa voglia agli altri. Non gli piaceva l’autocommiserazione e detestava che qualcuno si piangesse addosso. Con il suo esempio ha dimostrato che tutti abbiamo la possibilità di risollevarci e avere quindi una seconda, una terza, una quarta… possibilità. Basta avere la forza di rialzarsi e ricominciare. E questo – conclude Rosso – è lo scopo principale di “Cena”: offrire a chiunque un’altra possibilità».

Tutto nasce nel 1968 quando Ermanno Azzali decise di «fare la sua rivoluzione» mettendo a tavola, ogni martedì sera, qualcosa per gli ultimi. Era conosciuta come la cena per i «barboni», come si chiamavano allora le persone senza fissa dimora e gli emarginati; una cena per poter dialogare con loro e diventare amici. Tuttora, prosegue la «Cena del martedì»: ogni settimana i volontari dell’associazione offrono una cena a circa 40 persone emarginate, senza dimora e anziani soli. Ma non solo. Dai numeri possiamo capire meglio il volume di attività di questa realtà oggi: 2 centri d’accoglienza notturna; 1 centro di accoglienza diurno; 20.000 pasti preparati all’anno; 21 appartamenti protetti; 100 ospiti attualmente accolti; 80 volontari in servizio; 4 èquipe multidisciplinari e 10 operatori professionali; 2.200 colloqui all’anno; 1.500 persone aiutate e seguite in questi 45 anni.

«Cena dell’amicizia» sta così realizzando il sogno di Ermanno Azzali di creare un percorso di assistenza e aiuto che vada dalla prima accoglienza all’autonomia personale.