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Brescia

Cattolica, nuovo campus a Mompiano

Inaugurata la sede alla presenza del rettore Franco Anelli, del sindaco Emilio Del Bono e di monsignor Angelo Vincenzo Zani

28 Settembre 2021
L'intervento del rettore Anelli

Una città consapevole della propria autocoscienza storica e territoriale, ma al tempo stesso dotata di potenzialità produttive e culturali che la proiettano sul piano internazionale. È in questo contesto che si colloca la nuova sede bresciana dell’Università Cattolica a Mompiano, che da oggi ospita i 2.500 studenti delle facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze della formazione, Psicologia, Scienze politiche e sociali e i corsi dell’Istituto superiore di scienze religiose.

«Un luogo dove tante vicende personali, che si dipaneranno nei percorsi della vita, hanno inizio – secondo il Magnifico Rettore Franco Anelli -. “Casa è da dove si comincia” recita un verso dei Quattro quartetti di T.S. Eliot, ed è da qui, da queste aule, da questi laboratori, da questi spazi di incontro, che si comincia. L’augurio, di cuore, è agli studenti e alle matricole che si affacciano all’esperienza universitaria dopo due anni di vita scolastica, ma anche personale e familiare, turbata dalle anomalie di un tempo difficile, che in questo campus possano cominciare a costruire il loro futuro e che le loro aspettative, che sono anche le nostre, quelle di tutta la società, trovino piena e giusta soddisfazione».

Un progetto fortemente voluto, che va in direzione del radicamento dell’Università Cattolica sul territorio bresciano, potenziando l’offerta formativa delle sei facoltà attive a Brescia e ampliando il dialogo e la sinergia con le istituzioni locali. La nuova sede bresciana, che affiancherà quella storica di via Trieste, è infatti il maggior investimento mai fatto dall’Università Cattolica a Brescia, testimonianza concreta della fiducia che l’Ateneo nutre nei confronti della città, con 25 milioni di euro.

Perché, aggiunge il professor Anelli, «Brescia rappresenta un laboratorio di grande interesse, alla luce di quel processo che il politologo Parag Khanna definisce “connettografia”, sintesi di connettività e geografia. Scrive Khanna: “Stiamo andando verso un’era nella quale le città saranno più importanti degli Stati e le supply chains saranno fonti di potere più importanti di quelle militari. La competitive connectivity sarà la corsa agli armamenti del 21° secolo”».

Una volontà di proiettarsi nel futuro in modo concreto evidenziato anche dalle parole di monsignor Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica: «Oggi emerge spontaneo il legame tra il progetto qui realizzato, il centenario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e le sfide che premono sul ruolo di una istituzione accademica come questa, da parte di una società in profonda trasformazione. È un invito a ripercorrere la nostra storia per proiettarla nel futuro». Uno sguardo al domani che passa anche attraverso la risposta a interrogativi e sfide di carattere culturale, tecnologico, etico, socio-economico e politico.

«Questo investimento ci farà crescere come comunità e consoliderà la vocazione universitaria della città – ha affermato il sindaco della città, Emilio Del Bono -. Per questo c’è bisogno di investire in sapere, in conoscenza e in infrastrutture: è con investimenti di questo tipo – un polo bellissimo e a misura di studente, coerente dal punto di vista della rigenerazione di un patrimonio edilizio esistente – che vinceremo la sfida del futuro. Brescia, che ha molteplici vocazioni economiche, ha bisogno però di uomini e donne adeguatamente istruiti. Anche nell’alta formazione, che registra numeri ancora troppo bassi».

Una formazione che è fatta non solo di sapere, ma anche di sapienza, come ha suggerito il vescovo di Brescia monsignor Pierantonio Tremolada, nell’omelia della messa concelebrata con monsignor Angelo Vincenzo Zani e con l’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica monsignor Claudio Giuliodori. Citando il libro dei Proverbi, monsignor Tremolada ha sottolineato come «contro la violenza aggressiva e contro il pensiero esclusivamente funzionale abbiamo bisogno di una sapienza umile e costruttiva, che non riconosca mai la presuntuosa pretesa di una scienza a senso unico. Il frutto della sapienza è la testimonianza dei saggi che non sono semplicemente degli esperti, perché il frutto è coltivato non solo per il lavoro e per la professione, bensì per diventare “esperti di vita”».

E alla sapienza è dedicata la cappella del nuovo campus, decorata con le opere del maestro Federico Severino. Come ha ricordato il vescovo Giuliodori, «i fondatori dell’Università Cattolica hanno voluto che al centro dell’Ateneo ci fosse sempre la cappella, il luogo dove ricondurre tutto al principio di ogni scienza e sapienza».