Share

Bollate, identità viva

Si è conclusa domenica 12 la visita pastorale del cardinal Tettamanzi. Un decanato composito, tra grandi città e piccoli paesi, in cui è forte l'immigrazione. Una Chiesa attenta ai bisogni del territorio. Ne abbiamo parlato con il decano, don Antonio Longoni

14 Ottobre 2008

14/10/2008

di Saverio CLEMENTI

Don Antonio Longoni, classe 1950, è dal 1995 parroco a Castelletto di Senago e da tre anni decano di Bollate. Sua è la responsabilità di coordinare le attività pastorali in un territorio abitato da oltre 140 mila persone. Qui la comunità cristiana è raccolta in 19 parrocchie che vedono la presenza di 45 sacerdoti. Una comunità che ha recentemente accolto la visita pastorale del cardinal Tettamanzi, conclusasi domenica 12.

La zona è una realtà composita: grandi città (Bollate e Garbagnate Milanese) si alternano a centri di piccole e medie dimensioni; così come il degrado tipico della grande periferia di Milano a un tratto lascia il posto al verde del Parco delle Groane e a quei veri e propri gioielli architettonici che sono le grandi ville un tempo luoghi di delizia di molte famiglie nobili.

«Eppure – puntualizza il decano – questo è un territorio che ha conservato una sua identità. Certamente la vicinanza con Milano si fa sentire, così come hanno lasciato un segno profondo le grandi ondate migratorie degli anni ’50 e ’60 che videro l’arrivo di migliaia di persone dal Veneto e dal Mezzogiorno. Oggi viviamo una seconda ondata fatta di extracomunitari. Ci sono parrocchie, come Baranzate, più toccate di altre, tutte però si sono attrezzate per far fronte al problema».

L’attenzione ai bisogni dei nuovi poveri si è tradotta recentemente in una interessante iniziativa, dal titolo «Leggere in territorio», che ha coinvolto i membri del Consiglio pastorale decanale con una serie di incontri con gli amministratori dei sette comuni del Bollatese. Sindaci e assessori hanno illustrato i principali problemi dei rispettivi paesi con una particolare attenzione ai temi della famiglia, della scuola e del lavoro. «Si tratta ora – aggiunge don Longoni – di portare nelle singole aree omogenee questa fotografia del territorio per individuare piste di lavoro».

Il decanato di Bollate è ricco di associazioni e gruppi di volontariato. Èdi pochi mesi fa, su iniziativa della Caritas, una mappatura di tutti i servizi di solidarietà presenti sul territorio. Un lavoro prezioso presentato come «uno strumento di educazione alla carità per le comunità ecclesiali del territorio». Un altro osservatorio privilegiato per leggere le dinamiche sociali è il Consultorio familiare decanale, che ha sede a Bollate.

Si assiste inoltre a una rinnovata attenzione ai problemi della scuola. «Tutto è nato – spiega il decano – da una lettera aperta degli insegnanti di religione nella quale manifestavano il desiderio di sentire più vicine le comunità cristiane. Da qui hanno avuto inizio incontri, che hanno coinvolto anche i presidi, per una lettura comune del territorio e dei suoi problemi. Infine, dopo tanto tempo, un sacerdote è tornato in una scuola media come insegnante di religione. Anche questo è un segno di attenzione».

La visita decanale dell’Arcivescovo ha offerto a tutte le parrocchie la possibilità di ripensare la loro presenza nel parte di diocesi loro assegnata. L’incontro di domenica 12 è stato preceduto da alcuni momenti finalizzati a far "uscire" la visita pastorale dalle sacrestie. Agli operatori sportivi èstata offerta una serata di riflessione con don Alessio Albertini e Massimo Achini; i catechisti hanno incontrato il vicario generale mons. Carlo Redaelli. Sabato sera i giovani e gli adolescenti hanno ascoltato la testimonianza di suor Anna Nobili, una interessante figura di ballerina che ha appeso le scarpette al chiodo per entrare in convento.

A conclusione della visita, l’ultima settimana di ottobre, il decanato organizza un pellegrinaggio a Lourdes con la partecipazione di oltre 200 persone. A Caravaggio, pochi mesi fa, furono ben 19 i pullman partiti da Bollate. Per don Antonio Longoni, la fine delle fatiche legate alle varie fasi della visita decanale segnerà anche l’addio alla sua parrocchia e al Bollatese. Tra pochi giorni lascerà infatti Castelletto di Senago per andare parroco a Milano nella parrocchia di San Michele e Santa Rita.