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Clandestini, come regolarizzarli?

Circa 7 mila imprese artigiane milanesi vogliono mettere in regola almeno un immigrato, ma le quote del decreto flussi sono più basse e non bastano

5 Giugno 2008

30/05/2008

di Cristina CONTI

Sono 35 mila gli immigrati fuorilegge a Milano. E l’Unione Artigiani della Provincia lancia l’allarme: «Abbiamo chiesto la regolarizzazione di 12 mila stranieri che in gran parte lavorano nelle nostre aziende. Alla fine riusciremo a metterne in regola soltanto una minoranza», spiega il segretario generale dell’associazione, Marco Accornero.

«Le quote si sono dimostrate largamente insufficienti – aggiunge Accornero – e vanno calibrate in modo diverso, tenendo conto della capacità di ricezione del territorio, ma anche delle esigenze effettive delle imprese. Vogliamo continuare la nostra attività senza rinunciare a personale prezioso».

Delle 93 mila imprese artigiane attive nella provincia, si stima siano 7-8 mila quelle che stanno cercando di mettere in regola uno o più immigrati. Ma i posti a disposizione sono in tutto 6200, badanti comprese. Così gli artigiani chiedono un nuovo decreto flussi. E non solo per le professioni meno qualificate.

Designers, ingegneri, architetti sono solo alcuni dei professionisti che, secondo l’Assolombarda, devono avere corsie preferenziali per l’ingresso in Italia. «La libera circolazione delle risorse umane è un fattore di competitività», commentano dall’Associazione degli industriali.

Dello stesso avviso anche le piccole e medie imprese di Apimilano. «Il 13% dei nostri dipendenti è straniero – riflette il presidente Paolo Galassi -. L’introduzione di norme più rigorose di quelle attuali – penso per esempio al reato di clandestinità – ci costringerà a ridurre l’inserimento di personale. Con un impatto per l’economia tutto da calcolare». In questo settore sono infatti già 12 mila gli stranieri senza permesso di soggiorno che lavorano senza nessuna regolarizzazione.

Un problema destinato a inasprirsi nei prossimi anni, quando nel capoluogo lombardo inizierà l’organizzazione dell’Expo. «In vista di questa manifestazione di rilievo internazionale, infatti, arriveranno a Milano alcune migliaia di lavoratori – precisa Massimo Ferlini, presidente della Cdo milanese -. Per questo riteniamo che sia opportuno istituire un’agenzia per la sicurezza dell’occupazione. Il suo compito sarà prima di tutto vigilare sul lavoro nero».