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Il “caso” Fulvio Testi

La testimonianza del parroco sulle case occupate sul viale d'accesso a nord della città: «La situazione è complessa, ma non è vero che sono respinto»

5 Giugno 2008

30/01/2008

di Ruggero FABRIS
parroco Gesù Divino Lavoratore, Milano

Qual è la situazione nelle “case occupate” di viale Fulvio Testi 300-310 e viale Sarca 361-369? Qui non c’è solo malavita: spesso gli occupanti abusivi lavorano regolarmente, magari sono poveri, ma non necessariamente delinquono. La situazione è complessa, c’è un problema di legalità e di ordine pubblico, ma la parrocchia guarda alle persone che vi abitano, cercando di star loro vicino. Non vorrei che la situazione si aggravasse per qualche parola di troppo.

Da un recente articolo di quotidiano, per esempio: descrivendo la nostra situazione venivano affermati episodi non accaduti. Come parroco posso accedere a queste case, non sono mai stato trattenuto dai “pali” dello spaccio. La quasi totalità delle famiglie, abusive o regolari, italiane o straniere, ha accolto volentieri la mia visita natalizia.

Come comunità cristiana annunciamo a tutti il Vangelo e facciamo quel che possiamo: il centro di ascolto tenta di aiutare chi è nel bisogno. L’assistenza sociale del Comune e le scuole intervengono dove riescono, collaborando con la parrocchia. Le forze dell’ordine sono presenti.

Una novità è in vista: davanti alle “case occupate” stanno scavando il capolinea della linea 5 della metropolitana (Bignami). Un’opportunità per il futuro del quartiere. Oggi però, per chi abita sui due lati di viale Testi, le difficoltà aumentano e diventa un’impresa portare i bambini a scuola tra ruspe, buche e reti metalliche.