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La Milano dei parcheggi è un cantiere infinito

Molti dei cantieri per i nuovi posti auto in città sono fermi per intoppi che si potevano prevedere. Il caso di via Novelli e Largo Rio de Janeiro

8 Ottobre 2008

10/10/2008

di Cristina CONTI

Autorizzazioni fantasma, asfalto divelto, scavi bloccati per la presenza di cavi elettrici. Questa la situazione in cui si trovano la maggioranza dei cantieri dei parcheggi aperti da diversi anni in zone periferiche della città. Ma ancora oggi i posti auto non esistono. In via Novelli, zona Città Studi, c’è ancora solo una voragine che con la pioggia si riempie di fango. Una scena ancora peggiore a 500 metri di distanza, in Largo Rio De Janeiro, dove i lavori per circa 260 box sotterranei sono iniziati sulla carta il 25 settembre 2007 e dopo un anno non c’è ancora traccia di uno scavo: solo cumuli di terra e alberi tagliati.

Situazioni che rimangono ferme per tanti mesi. Indefinite. Ma il Comune sa perché. In via Novelli, infatti, passa l’elettrodotto, le tubature dell’acqua che portano energia alla città. Tutti sapevano e ciò nonostante è stato autorizzato nel 2005 anche il raddoppio dei box: facendoli passare da 284 a 483. Adesso però procedere è impossibile. Ma tutto era calcolato. Accorgersi degli imprevisti che in realtà erano del tutto prevedibili era uno stratagemma per giustificare i ritardi nei cantieri. Ed evitare così le penali, facendo lievitare il costo dei box: una spesa in più per i cittadini. Da 18 mesi l’impresa che gestisce il cantiere propone progetti per continuare i lavori senza mettere a rischio l’elettrodotto. Nessuna proposta ha ancora fornito le necessarie garanzie di sicurezza.

Più complicate le cose in via Rio de Janeiro, dove all’origine dei ritardi c’è un appalto ottenuto scambiando i permessi dei vigili del fuoco. La So.in.so. ha vinto la gare nel lontano 1989, ma il sistema parcheggi si sblocca solo con l’arrivo del sindaco Alberini nel 2005: solo a questo punto l’azienda si preoccupa dei permessi dei vigili del fuoco. Il progetto prevedeva, infatti, un sistema di sicurezza antiquato. Il progetto viene bocciato nel 2006. Viene presentato allora un nuovo progetto e nel 2007 il Comune firma la convenzione che concede la piazza alla Cooperativa: ma al primo progetto, quello irregolare, viene allegata l’autorizzazione per il secondo. La commissione edilizia ha approvato ad agosto una variante che prevede la costruzione anche di un quarto piano, oltre ai tre previsti. Oggi tutto è in mano alla soprintendenza per le Belle Arti e la piazza rimane inagibile.