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Legnano: nella casa d’accoglienza come in famiglia

"Madonnina dei cedri": grazie a una donazione ospitalità temporanea per la terza età in difficoltà

15 Luglio 2008

02/07/2008

di Saverio CLEMENTI

Una grande casa signorile situata in un angolo tranquillo del centro storico di Legnano. Locali ampi e luminosi, arredati con gusto. A prima vista sembrerebbe la tipica abitazione di una famiglia della media borghesia legnanese di un tempo, se non fosse per una piccola formella, rappresentante una Madonnina con il Bimbo sulle ginocchia, collocata accanto al campanello dell’ingresso. E una scritta: «Sereno in braccio a sua madre. Serenità… è l’auspicio, è la preghiera, è l’impegno di chi bussa alla porta di questa casa».

Siamo alla casa d’accoglienza “Madonnina dei cedri”, un centro che ospita temporaneamente anziani autosufficienti che abitualmente vivono soli, oppure in famiglia. La struttura offre l’opportunità di trascorrere brevi periodi (da una settimana a un massimo di 40 giorni) nel calore di un clima familiare e domestico. È la dimostrazione pratica di come una comunità cristiana possa trasformare un bene materiale in un servizio a disposizione di chi si trova in difficoltà.

«La casa – spiega Antonella Gaspari, responsabile dell’associazione che la gestisce – è stata lasciata in donazione alla Caritas Ambrosiana nel 2000. Con la parrocchia di San Magno si è deciso di aderire all’invito del cardinale Martini, che aveva chiesto un gesto di carità per il Giubileo, dando vita a un progetto di sostegno agli anziani. Grazie alla mobilitazione di numerose associazioni e di privati siamo riusciti a inaugurare questa struttura nel 2002. Da allora sono state ospitate quasi 300 persone».

La “Madonnina dei cedri” si regge grazie al lavoro di una sessantina di volontari che si alternano nel corso della giornata. Sono in prevalenza casalinghe e non mancano le nonne. Si alternano tutti i giorni a turni di tre ore ciascuno. L’assistenza notturna è garantita da due persone assunte dall’associazione con un part-time.

Articolata su due piani, ospita al piano terreno la sala da pranzo, il soggiorno e la cucina. Al piano superiore si trovano le camere (7 posti letto in stanze da 2 letti e una singola) e i servizi. Un ampio giardino e alcuni terrazzi rendono ancora più gradevole la permanenza. La casa è decisamente bella e i volontari fanno di tutto per conservare il clima accogliente e familiare che è il punto di forza dell’esperienza.

«Vogliamo aiutare le persone sole e coloro che desiderano concedersi un momento di riposo dopo un anno trascorso ad accudire un anziano – spiega ancora la presidente -. Ospitiamo anche chi è reduce da una degenza ospedaliera e necessita di un graduale ritorno alla normalità. Non esiste una retta, chiediamo soltanto un contributo libero, ma non vincolante. Qui l’anziano non viene scaricato dai parenti, anzi alcuni sono diventati a loro volta dei volontari».

Senza il lavoro dei volontari la “Madonnina dei cedri” non esisterebbe. Costante è la preoccupazione di richiamare le motivazioni del loro impegno. Un contributo in tale senso arriva dagli stretti legami con il prevosto di Legnano, monsignor Carlo Galli, e con il direttore della Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo.