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Sacra Famiglia, nuova struttura a Settimo Milanese

Nel Centro Santa Caterina subito operativi 60 nuovi posti-letto per disabili. Entro fine anno diventeranno 170, 80 dei quali per anziani

5 Giugno 2008

11/02/2008

Lunedì 11 febbraio, a Settimo Milanese (Mi), la Fondazione Sacra Famiglia apre una nuova struttura socio-sanitaria polivalente, denominata Santa Caterina. Presso il Centro, in via Papa Giovanni Paolo II, subito operativi 60 posti-letto di Rsd (Residenze Sanitarie per Disabili).

Nel breve periodo la struttura accoglierà diverse tipologie di ospiti con gravi fragilità: entro l’estate sarà attivato un nucleo di 20 posti-letto di Rsa (Residenze Sanitarie Anziani) e subito dopo entreranno a regime altri 60 posti, sempre di Rsa: questi ultimi nati da una collaborazione fra Fondazione Sacra Famiglia, Regione Lombardia, Asl Milano 1, Fondazione Ferrero e Inpdap. A settembre saranno disponibili ulteriori 30 posti di Cdd (Centro Diurno per Disabili). Entro il 2008 entreranno sostanzialmente a regime 170 nuovi posti per persone disabili e anziane.

Inoltre, presso il Centro Santa Caterina, sarà attivato un servizio di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare accreditato presso la Regione Lombardia, che comprenderà servizi sanitari di logopedia, neuropsichiatria infantile, psicomotricità, foniatria, fisiatria: i servizi di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare, che rappresentano un punto di eccellenza della Fondazione, sono a carico del Ssr.

La nuova struttura di Settimo Milanese rientra nel piano strategico di delocalizzazione della Fondazione, che da oltre 111 anni si prende cura di persone con disabilità cognitiva e anziani non autosufficienti. La delocalizzazione è il frutto di un cambiamento radicale nel sistema di regole regionali di accreditamento socio-sanitario per servizi rivolti agli anziani e ai disabili: le attuali regole, infatti, non consentono di accreditare nuovi servizi.

Pertanto l’attivazione di una nuova struttura avviene mediante il trasferimento di attività già esistenti, solitamente in contesti dove la domanda di servizi socio-sanitari per disabili e anziani è maggiore rispetto a ciò che offre il territorio: in questo modo il turn-over delle presenze consente di dare risposta anche all’utenza residente nel territorio.