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Santa Giulia chiede scuole e asili

Il progetto del nuovo quartiere che sta sorgendo a Rogoredo tiene conto delle necessità scolastiche della zona, ma - tra istituti da demolire e ricostruire e altri chiusi e non riaperti - non è stato fatto ancora nulla

5 Giugno 2008

29/02/2008

di Cristina CONTI

Mille e settecento appartamenti già venduti, 85 mila mq che saranno occupati dagli uffici di Sky e in previsione anche l’arrivo di Rinascente, mentre le boutique di Dolce e Gabbana e di un altro stilista top secret apriranno entro il 2010. All’apparenza a Santa Giulia, il nuovo quartiere di Rogoredo che sorge sull’area ex Redaelli, non manca proprio nulla.

Ma tra le famiglie che in futuro verranno ad abitare in questa zona ègià polemica. Mancano scuole e asili, dal nido alle medie, per un totale di 650 posti. La maggior parte degli studenti arriva, infatti, da fuori zona e, a meno di costringere genitori e baby sitter ad attraversare due volte al giorno la città, difficilmente potranno rimanere nella scuola da cui provengono. Unica alternativa: diventare pendolari, insieme ai loro genitori.

Il piano Montecity-Rogoredo è stato approvato dal Comune nel luglio 2004. Si tratta di un progetto per sistemare un milione e duecento mila mq. Prevede servizi commerciali, edilizia convenzionata ed edilizia residenziale di alto livello, progettata da Norman Foster. A coordinare il progetto c’è la Società Risanamento di Luigi Zunino.

A maggio 2008 dovrebbero terminare i lavori di demolizione e di ricostruzione della vecchia scuola materna di via Sordello. Ma se tutto va bene finiranno all’inizio dell’anno prossimo. «Anche perché ci sono problemi di spazio e gli operai fanno fatica a muoversi – spiega Natale Comotti, consigliere del Pd -. Per garantire un minimo di cantiere si stanno abbattendo alcune siepi, ma i camion restano ancora fermi al margine dell’inferriata. Il bilancio e il piano delle opere 2007/2009 parlano delle necessità scolastiche di questa zona, ma non hanno fattibilità tecnica».

La scuola di via Zama, invece, è stata ristrutturata e poi chiusa: utilizzata come archivio cartaceo del Comune, non viene riaperta malgrado le insistenze dei residenti del nuovo quartiere di via Norico e malgrado le future case di Montecity saranno lì a un passo. «L’assessore si era impegnato ad aprire almeno la scuola elementare, ma non è stato fatto ancora nulla – aggiunge Comotti -. La cosa davvero importante, comunque, è che si affronti la situazione una volta per tutte: altrimenti che cosa spiegheremo alle famiglie che arriveranno qui?».