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Sanità

Il “dottore della mutua” in protesta

La Federazione dei medici di medicina generale di Milano dice no alla scelta della Asl che vorrebbe tornare all'obbligo di lavoro nei giorni prefestivi. ll rischio è che durante le�feste� il Pronto Soccorso degli ospedali cittadini sia preso d'assalto

di Cristina CONTI Redazione

18 Dicembre 2009

Lavorare al sabato? No, grazie. È netta la risposta che la Federazione dei medici di medicina generale di Milano dà alla scelta della Asl di obbligare i medici di famiglia a lavorare anche nei giorni prefestivi. «C’è giunta notizia – ha affermato il segretario regionale della Federazione Lombarda, Fiorenzo Corti – che l’Asl di Milano abbia espresso l’intenzione di sospendere unilateralmente quanto previsto dall’accordo regionale che prevede l’attivazione del servizio di continuità assistenziale dalle 8 alle 10 del sabato in sostituzione della disponibilità fino alle ore 10 del medico di famiglia, prevista dall’accordo collettivo nazionale che è ora in vigore. In poche parole il sabato mattina i medici di base dovrebbero ritornare ad essere disponibili. Noi siamo assolutamente contrari, perché si tratterebbe di una grave violazione di norme contrattuali liberamente pattuite e sottoscritte violazione che ci vedrebbe obbligati a necessari interventi di tutela anche in sede giudiziaria».
L’obbligo di andare in studio era contenuto in una circolare dell’Asl del 10 dicembre, che ha reintrodotto la reperibilità domiciliare per il sabato e quella ambulatoriale per i prefestivi, prevista dall’accordo collettivo nazionale, ma sospesa da diversi anni, sia nel capoluogo che nel resto della Lombardia, sulla base di intese sottoscritte a livello locale tra le associazioni di categoria e i vertici della sanità. «L’esperienza maturata negli anni ha messo in evidenza la necessità di ripristinare le norme convenzionali, anche in considerazione delle numerose criticità emerse e segnalate dai cittadini nel servizio di assistenza ai pazienti», ha affermato la Asl.
Ma i pazienti sono tanti, il lavoro in durante la settimana interminabile. E così le associazioni di categoria non ci stanno. Proclamano lo stato di agitazione e invitano sui loro siti i medici di famiglia a protestare.
Intanto, come ogni anno, in vista della diffusione dell’influenza stagionale e di nuovi virus durante le feste natalizie, si teme il grande affollamento dei Pronto Soccorso. E se i medici di famiglia continueranno sulla loro posizione, l’unica alternativa sarà la Guardia medica che risponde al numero di telefono 0234567 gli ambulatori che vi fanno capo sono quelli di via Ricordi, corso Italia, via Cherasco, via Fantoli e via Bande Nere. Sono aperti dalle 8 alle 20 e l’accesso è diretto sia per gli adulti che per i bambini.
Lavorare al sabato? No, grazie. È netta la risposta che la Federazione dei medici di medicina generale di Milano dà alla scelta della Asl di obbligare i medici di famiglia a lavorare anche nei giorni prefestivi. «C’è giunta notizia – ha affermato il segretario regionale della Federazione Lombarda, Fiorenzo Corti – che l’Asl di Milano abbia espresso l’intenzione di sospendere unilateralmente quanto previsto dall’accordo regionale che prevede l’attivazione del servizio di continuità assistenziale dalle 8 alle 10 del sabato in sostituzione della disponibilità fino alle ore 10 del medico di famiglia, prevista dall’accordo collettivo nazionale che è ora in vigore. In poche parole il sabato mattina i medici di base dovrebbero ritornare ad essere disponibili. Noi siamo assolutamente contrari, perché si tratterebbe di una grave violazione di norme contrattuali liberamente pattuite e sottoscritte violazione che ci vedrebbe obbligati a necessari interventi di tutela anche in sede giudiziaria».L’obbligo di andare in studio era contenuto in una circolare dell’Asl del 10 dicembre, che ha reintrodotto la reperibilità domiciliare per il sabato e quella ambulatoriale per i prefestivi, prevista dall’accordo collettivo nazionale, ma sospesa da diversi anni, sia nel capoluogo che nel resto della Lombardia, sulla base di intese sottoscritte a livello locale tra le associazioni di categoria e i vertici della sanità. «L’esperienza maturata negli anni ha messo in evidenza la necessità di ripristinare le norme convenzionali, anche in considerazione delle numerose criticità emerse e segnalate dai cittadini nel servizio di assistenza ai pazienti», ha affermato la Asl.Ma i pazienti sono tanti, il lavoro in durante la settimana interminabile. E così le associazioni di categoria non ci stanno. Proclamano lo stato di agitazione e invitano sui loro siti i medici di famiglia a protestare.Intanto, come ogni anno, in vista della diffusione dell’influenza stagionale e di nuovi virus durante le feste natalizie, si teme il grande affollamento dei Pronto Soccorso. E se i medici di famiglia continueranno sulla loro posizione, l’unica alternativa sarà la Guardia medica che risponde al numero di telefono 0234567 gli ambulatori che vi fanno capo sono quelli di via Ricordi, corso Italia, via Cherasco, via Fantoli e via Bande Nere. Sono aperti dalle 8 alle 20 e l’accesso è diretto sia per gli adulti che per i bambini.