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Solidarietà

L’impegno di Varese per le madri straniere

L'età media delle mamme in difficoltà è di 28 anni, in crescita giovanissime e quarantenni. Significativa la presenza di donne immigrate: il 76% tra le 51 famiglie giunte al centro. Anche il Comune ha aderito al Progetto Gemma con 10 mila euro, adottando tre ragazze e aiutandole a portare a termine la loro gravidanza

Andrea GIACOMETTI Redazione

26 Febbraio 2009

Aiutare la vita in concreto, con iniziative di sostegno e di incoraggiamento, non è per nulla semplice. Molti sono gli ostacoli che incontra la vita nascente, tanto più in un momento di problemi e difficoltà economiche come quello attuale. Esemplari sono le scelte e le iniziative che a Varese corrono incontro alla vita, la difendono e cercano di rimuovere gli ostacoli che, per molte madri in difficoltà, rischiano di diventare insuperabili.
Un passo che va in questa direzione è l’attenzione che, nella città-giardino, riceve il Progetto Gemma (nato in Italia dal 1994), la capacità di mobilitare risorse, di catalizzare l’impegno di volontari e istituzioni. Una vera e propria adozione a distanza, il Progetto Gemma, che punta a salvare la vita del nascituro grazie all’adozione della mamma che vive la sua gravidanza in mezzo a mille problemi. E questo garantendo il totale anonimato della mamma, mentre a chi adotta vengono comunicati nome e data di nascita del bambino. Questa volta l’appello “Adotta una mamma, aiuti il suo bambino”, lanciato da Movimento per la Vita, Fondazione Vita Nova, che gestisce il progetto, e Centri di aiuto alla vita, è stato raccolto dal Comune di Varese. Una novità assoluta per Palazzo Estense, che ha messo a disposizione 10 mila euro, adottando tre mamme in difficoltà e aiutandole a portare a termine la loro gravidanza. Il meccanismo è semplice: sottoscritta una dichiarazione d’impegno, è previsto un versamento minimo di 160 euro al mese per 18 mesi. A quel punto, se la madre acconsente, è possibile conoscerla e proseguire il rapporto. Aiutare la vita in concreto, con iniziative di sostegno e di incoraggiamento, non è per nulla semplice. Molti sono gli ostacoli che incontra la vita nascente, tanto più in un momento di problemi e difficoltà economiche come quello attuale. Esemplari sono le scelte e le iniziative che a Varese corrono incontro alla vita, la difendono e cercano di rimuovere gli ostacoli che, per molte madri in difficoltà, rischiano di diventare insuperabili.Un passo che va in questa direzione è l’attenzione che, nella città-giardino, riceve il Progetto Gemma (nato in Italia dal 1994), la capacità di mobilitare risorse, di catalizzare l’impegno di volontari e istituzioni. Una vera e propria adozione a distanza, il Progetto Gemma, che punta a salvare la vita del nascituro grazie all’adozione della mamma che vive la sua gravidanza in mezzo a mille problemi. E questo garantendo il totale anonimato della mamma, mentre a chi adotta vengono comunicati nome e data di nascita del bambino. Questa volta l’appello “Adotta una mamma, aiuti il suo bambino”, lanciato da Movimento per la Vita, Fondazione Vita Nova, che gestisce il progetto, e Centri di aiuto alla vita, è stato raccolto dal Comune di Varese. Una novità assoluta per Palazzo Estense, che ha messo a disposizione 10 mila euro, adottando tre mamme in difficoltà e aiutandole a portare a termine la loro gravidanza. Il meccanismo è semplice: sottoscritta una dichiarazione d’impegno, è previsto un versamento minimo di 160 euro al mese per 18 mesi. A quel punto, se la madre acconsente, è possibile conoscerla e proseguire il rapporto. Aperto uno Sportello Un impegno in prima linea, quello del Movimento per la Vita, che a Varese, lo scorso anno, ha aiutato economicamente cinque mamme in difficoltà, oltre ad offrire sostegno e accoglienza a tante donne grazie all’impegno di volontari e operatori. Certo, una goccia nel mare, ma molto importante nell’affrontare un fenomeno di cui è possibile delineare un identikit: l’età media delle mamme in difficoltà è di 28 anni, anche se sono in crescita giovanissime e quarantenni. Assai significativa la presenza di donne straniere che si sono avvicinate al Cav di Varese (in via Dandolo): tra le 51 famiglie giunte al centro, il 76,5% erano straniere contro un 23,5% di italiane. Una realtà di particolare difficoltà, quella delle donne straniere, confermata anche dal fatto che una delle tre adozioni decise dal Comune di Varese riguarda proprio una mamma immigrata. L’aiuto e il sostegno alla vita parte innanzitutto dalla capacità di stare accanto alle madri, accompagnarle, rispondere alle loro esigenze. In questi giorni è stato aperto uno “Sportello per la vita” presso l’ospedale “Del Ponte”, polo materno-infantile dell’azienda ospedaliera varesina, un punto presso il quale le mamme in difficoltà possono trovare, sempre grazie all’impegno di Movimento e Centro di aiuto alla vita, un appoggio morale e concreto. Nei tre giorni di apertura, le volontarie sono pronte ad accogliere, con sensibilità e discrezione, quelle mamme che si interrogano sull’interruzione di gravidanza e che l’esperienza dimostra che possono imboccare una strada diversa, se sostenute e consigliate. Spesso ad avvicinarsi sono donne sole, extracomunitarie, con lavoro precario.Due iniziative locali che, grazie al MpV varesino, non guardano in faccia alle differenze d’origine e di cultura, ma cercano di sostenere, sempre e comunque, una scelta responsabile a favore della maternità.