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Eventi

Una città poco amica dei bambini

Un invito a guardare Milano con gli occhi dei più piccoli. È stato questo lo spirito del Convegno, svoltosi lunedì 27 aprile, promosso dalla sociologa e consigliera comunale Francesca Zajczyk. Tra i partecipanti, lo psicologo Fulvio Scaparro

Stefania CECCHETTI Redazione

30 Aprile 2009

Nella Milano che si dibatte nella crisi e che tenta di rifarsi la facciata in occasione dell’Expo c’è ancora chi parla di bambini. È successo lunedì 27 aprile al Museo di storia naturale di Milano, durante il convegno Milano è “piccola”?! Una città più vivibile per i bambini: discussione-gioco-proposte.
Come si intuisce dal titolo, non un pomeriggio accademico, ma un momento di familiare condivisione su un tema che sta a cuore a gran parte dei milanesi: la qualità della vita in città vista dalla parte dei bambini. Un ribaltamento di prospettiva sottolineato anche dall’ordine degli interventi: il primo è stato quello di un pagliaccio-prestigiatore che ha divertito i piccini, ma anche i grandi.
Che Milano non sia a misura di bambini è opinione abbastanza diffusa. Il punto è: quali sono le strade per renderla tale? Secondo la sociologa e consigliera comunale Francesca Zajczyk, promotrice del Convegno, non è necessario pensare a chissà quali rivoluzioni, basta partire dalle piccole cose. La docente della Bicocca individua alcune semplici aree di intervento: «Perché l’Amministrazione comunale non si fa carico di sensibilizzare bar e ristoranti a dotarsi di strutture adatte ai bambini? Basta un fasciatolo e un seggiolone per facilitare la vita dei genitori».
Del resto chi è abituato a viaggiare sa che nel resto d’Europa attenzioni del genere sono ampiamente diffuse, anche perché – e stupisce che gli stessi esercenti non ci arrivino da soli – i proprietari hanno solo da guadagnarci. Si sa, una fetta consistente di potenziali clienti, le famiglie con bimbi piccoli, sono in genere poco inclini a uscire proprio per le difficoltà logistiche legate ai figli. «Certo – precisa Zajczyk – se non cominciamo a mettere fasciatoi nei luoghi delle Istituzioni sarà difficile coinvolgere i ristoratori…».
Un altro punto dolente della città nemica dei bambini è quello della sicurezza stradale. «Pensiamo a cosa significa attraversare la strada per le mamme con un figlio nel passeggino e l’altro per mano – sottolinea Zajczyk -. Non sempre gli automobilisti e i motociclisti dimostrano attenzione. Perché non pensare a un a campagna di sensibilizzazione, come tante se ne sono fatte su altri temi? Sono sicura che non sarebbe difficile trovare degli sponsor disposti a sostenerla. Si parla tanto del recupero della “lentezza”, ma poi non si fa nulla in questo senso».
E arriviamo infine al nodo forse più critico e di meno immediata risoluzione: quello degli spazi. Dice Zajczyk: «Milano non ha grande areee verdi, ma tanti piccoli fazzoletti che andrebbero valorizzati. Per non parlare dei luoghi al chiuso, così importanti in una città come la nostra, che d’inverno è spesso grigia e piovosa. Ci sono tanti spazi inutilizzati, anche nelle scuole, ma servono investimenti. Alle spalle ci deve essere un’Amministrazione che ha voglia di investire sui bambini e quindi sul futuro». Nella Milano che si dibatte nella crisi e che tenta di rifarsi la facciata in occasione dell’Expo c’è ancora chi parla di bambini. È successo lunedì 27 aprile al Museo di storia naturale di Milano, durante il convegno Milano è “piccola”?! Una città più vivibile per i bambini: discussione-gioco-proposte.Come si intuisce dal titolo, non un pomeriggio accademico, ma un momento di familiare condivisione su un tema che sta a cuore a gran parte dei milanesi: la qualità della vita in città vista dalla parte dei bambini. Un ribaltamento di prospettiva sottolineato anche dall’ordine degli interventi: il primo è stato quello di un pagliaccio-prestigiatore che ha divertito i piccini, ma anche i grandi. Che Milano non sia a misura di bambini è opinione abbastanza diffusa. Il punto è: quali sono le strade per renderla tale? Secondo la sociologa e consigliera comunale Francesca Zajczyk, promotrice del Convegno, non è necessario pensare a chissà quali rivoluzioni, basta partire dalle piccole cose. La docente della Bicocca individua alcune semplici aree di intervento: «Perché l’Amministrazione comunale non si fa carico di sensibilizzare bar e ristoranti a dotarsi di strutture adatte ai bambini? Basta un fasciatolo e un seggiolone per facilitare la vita dei genitori».Del resto chi è abituato a viaggiare sa che nel resto d’Europa attenzioni del genere sono ampiamente diffuse, anche perché – e stupisce che gli stessi esercenti non ci arrivino da soli – i proprietari hanno solo da guadagnarci. Si sa, una fetta consistente di potenziali clienti, le famiglie con bimbi piccoli, sono in genere poco inclini a uscire proprio per le difficoltà logistiche legate ai figli. «Certo – precisa Zajczyk – se non cominciamo a mettere fasciatoi nei luoghi delle Istituzioni sarà difficile coinvolgere i ristoratori…».Un altro punto dolente della città nemica dei bambini è quello della sicurezza stradale. «Pensiamo a cosa significa attraversare la strada per le mamme con un figlio nel passeggino e l’altro per mano – sottolinea Zajczyk -. Non sempre gli automobilisti e i motociclisti dimostrano attenzione. Perché non pensare a un a campagna di sensibilizzazione, come tante se ne sono fatte su altri temi? Sono sicura che non sarebbe difficile trovare degli sponsor disposti a sostenerla. Si parla tanto del recupero della “lentezza”, ma poi non si fa nulla in questo senso».E arriviamo infine al nodo forse più critico e di meno immediata risoluzione: quello degli spazi. Dice Zajczyk: «Milano non ha grande areee verdi, ma tanti piccoli fazzoletti che andrebbero valorizzati. Per non parlare dei luoghi al chiuso, così importanti in una città come la nostra, che d’inverno è spesso grigia e piovosa. Ci sono tanti spazi inutilizzati, anche nelle scuole, ma servono investimenti. Alle spalle ci deve essere un’Amministrazione che ha voglia di investire sui bambini e quindi sul futuro». Aulì Ulè E sul verde ha detto la sua anche il noto psicoterapeuta Fulvio Scaparro, il cui nipotino ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità al tavolo dei convegnisti. Scaparro è il promotore di una proposta audace, che ormai risale a circa un anno fa: la creazione, in occasione dell’Expo, di un grande parco dedicato ai bambini, che potrebbe chiamarsi Aulì Ulè, da una vecchia conta dialettale dei bambini milanesi. «La mia idea – dice Scaparro – è proprio quella di un posto dove i bambini possano scatenarsi senza limiti. Uno spazio verde curato e protetto, dove l’idea dominante sia quella di lasciare “vuoto”, non di riempire a tutti costi. Un posto dove non si ospitino eventi, dove non si venda nulla e dove non si faccia propaganda, ma che sia dedicato agli under 12 in tutto e per tutto». Una novità per l’Italia, ma un modello frequente nelle città del Nord Europa. «Non c’è bisogno di essere psicologi – prosegue ancora Scaparro – per capire che i bambini sono felici quando hanno davanti del verde a perdifiato: la prima cosa che fanno in questi casi è correre. Così come è intuitivo il loro bisogno di contatto con gli elementi naturali aria, acqua e terra». Un anno fa di questi tempi la proposta di Scaparro riscosse molti consensi nell’ambito del seguitissimo forum «Genitori e figli», da lui curato sul sito del «Corriere». Anche Comune e Regione avevano caldeggiato l’idea. Però, in un anno, non si è mosso ancora nulla di concreto. Scaparro e soprattutto le mamme milanesi stanno ancora aspettando. Una fiera “familiare” – Torna a Milano “TUTTAUNALTRAFESTAfamily”, la Fiera del Commercio Equo e Solidale, che si svolgerà dal 15 al 17 maggio presso il Pime (via Mosè Bianchi 94). Quest’anno il programma è particolarmente ricco di eventi, spettacoli e laboratori gratuiti, dedicati in particolar modo alla famiglia. Punto di forza sarà l’iniziativa “100 anni di Giro – 100 Bici per l’Africa “, che in occasione del passaggio del Giro d’Italia da Milano (17 maggio) punta a raccogliere 100 bici usate, ma funzionanti, da spedire in Guinea Bissau: là i missionari le distribuiranno a insegnanti e catechisti per permettere loro di raggiungere i villaggi più lontani. Info: www.tuttaunaltrafesta.it –