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I laureati al tempo della crisi

A Milano solo uno su cinque ha il posto fisso

di Cristina CONTI Redazione

18 Giugno 2010

La crisi c’è e non solo per chi lavora da tempo. Anche per chi nel mondo del lavoro sta movendo i suoi primi passi. Solo un laureato su cinque a Milano ha il posto fisso e il 36% è collaboratore o stagista. È quanto emerge dalla ricerca Il lavoro dei laureati in tempo di crisi promossa da Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia e realizzata da Formaper (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano), in collaborazione con la Provincia di Milano.
Sono quasi 35 mila i laureati delle Università milanesi nel 2008, in leggera flessione rispetto all’anno precedente (-1%). Tra le università, prima per numero di laureati è la Statale (21%, su un totale di 9.627 laureati lombardi), poi il Politecnico (19,2%) e la Cattolica (14%). Il 78% risiede in Lombardia e solo l’1% è residente all’estero. Bocconi e Politecnico le università più “internazionali”. Le donne rappresentano la maggioranza tra i laureati: più del 70% allo Iulm e alla Cattolica, meno del 50% invece al Politecnico e in Bocconi.
«Il capitale umano presente nel nostro territorio, in questo caso quello più giovane e ad alto profilo, paga il conto dell’instabilità economica globale – commenta Renato Borghi, presidente di Formaper -. Diventa quindi decisivo il tema della difesa del lavoro, nella consapevolezza che sarà proprio il capitale umano la leva da cui far ripartire la competitività delle nostre imprese. Offrire agli studenti adeguate prospettive professionali diventa così una sfida importante, per riprendere a puntare sui giovani e rispondere in modo adeguato alle sfide poste a livello internazionale».
Nel confronto con la Lombardia, Milano assume più laureati nel settore dei servizi professionali e di consulenza (39,4% contro 29,5%) e in quelli finanziari e assicurativi (9,2% contro 7,3%). Il 12,2% dei laureati milanesi è stato assunto nell’istruzione, il 9,1% nel commercio, l’8,4% nell’informatica e telecomunicazioni e il 4,5% (contro una media lombarda del 2,8%) nella pubblicità e ricerche di mercato.
I laureati che lavorano sotto la Madonnina hanno studiato economia (22%), ingegneria (14,3%), scienze politico-sociali (14,1%), lettere e lingue (insieme 12,2%). Rispetto alla Lombardia, nel capoluogo si offrono più tirocini (14,7% contro 10,2%) e collaborazioni (21,7% contro 18%). Sotto la media i contratti a tempo indeterminato (14,9% contro 16,2%), meno anche gli imprenditori (6,5% contro 7,4%). La crisi c’è e non solo per chi lavora da tempo. Anche per chi nel mondo del lavoro sta movendo i suoi primi passi. Solo un laureato su cinque a Milano ha il posto fisso e il 36% è collaboratore o stagista. È quanto emerge dalla ricerca Il lavoro dei laureati in tempo di crisi promossa da Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia e realizzata da Formaper (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano), in collaborazione con la Provincia di Milano.Sono quasi 35 mila i laureati delle Università milanesi nel 2008, in leggera flessione rispetto all’anno precedente (-1%). Tra le università, prima per numero di laureati è la Statale (21%, su un totale di 9.627 laureati lombardi), poi il Politecnico (19,2%) e la Cattolica (14%). Il 78% risiede in Lombardia e solo l’1% è residente all’estero. Bocconi e Politecnico le università più “internazionali”. Le donne rappresentano la maggioranza tra i laureati: più del 70% allo Iulm e alla Cattolica, meno del 50% invece al Politecnico e in Bocconi.«Il capitale umano presente nel nostro territorio, in questo caso quello più giovane e ad alto profilo, paga il conto dell’instabilità economica globale – commenta Renato Borghi, presidente di Formaper -. Diventa quindi decisivo il tema della difesa del lavoro, nella consapevolezza che sarà proprio il capitale umano la leva da cui far ripartire la competitività delle nostre imprese. Offrire agli studenti adeguate prospettive professionali diventa così una sfida importante, per riprendere a puntare sui giovani e rispondere in modo adeguato alle sfide poste a livello internazionale».Nel confronto con la Lombardia, Milano assume più laureati nel settore dei servizi professionali e di consulenza (39,4% contro 29,5%) e in quelli finanziari e assicurativi (9,2% contro 7,3%). Il 12,2% dei laureati milanesi è stato assunto nell’istruzione, il 9,1% nel commercio, l’8,4% nell’informatica e telecomunicazioni e il 4,5% (contro una media lombarda del 2,8%) nella pubblicità e ricerche di mercato.I laureati che lavorano sotto la Madonnina hanno studiato economia (22%), ingegneria (14,3%), scienze politico-sociali (14,1%), lettere e lingue (insieme 12,2%). Rispetto alla Lombardia, nel capoluogo si offrono più tirocini (14,7% contro 10,2%) e collaborazioni (21,7% contro 18%). Sotto la media i contratti a tempo indeterminato (14,9% contro 16,2%), meno anche gli imprenditori (6,5% contro 7,4%).