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Milano

Rom, esistono alternative agli sgomberi

Smantellati altri campi a Bollate e a Lorenteggio. La Comunità di Sant'Egidio lancia una proposta per superare la presenza degli insediamenti abusivi

29 Gennaio 2010

Questa mattina a Milano, in fondo a via Lorenteggio, al confine con il territorio del Comune di Corsico, è stato sgomberato un insediamento abusivo dove vivevano oltre 100 rom di origine rumena, costretti ad abbandonare l’area: tra loro molti bambini e alcune donne incinte. Queste persone erano reduci da precedenti sgomberi, in particolare da quelli di via Rubattino e di via Sant’Arialdo (Chiaravalle). Prima di quest’ultimo sgombero, tra l’altro, erano già in corso contatti con le scuole della zona per attuare il trasferimento dei bambini dalle scuole di provenienza dove frequentavano regolarmente (zona Rubattino e Chiaravalle) alla zona Lorenteggio.
Nonostante le rigide temperature invernali, dunque, gli sgomberi non si fermano. Si tratta dell’ottava operazione di questo tipo nel 2010. Ieri era stata smantellata una baraccopoli situata in via Cristina di Belgioioso, a pochi metri dalla cinta muraria del carcere di Bollate: sono state abbattute dieci baracche fatiscenti, occupate da 60 rom già identificati e denunciati per occupazione abusiva e allontanatisi all’arrivo degli agenti.
La Comunità di Sant’Egidio di Milano, da tempo impegnata su questo fronte, constata con preoccupazione come gli sgomberi costino molto e continuino a spostare le persone da una parte all’altra della città. Inoltre, susseguendosi così rapidamente, impediscono di concludere le pratiche di iscrizione scolastica per i minori.
«Solo investendo nell’inserimento dei rom che dimostrano la volontà di integrarsi si crea sicurezza per tutti», ribadisce Sant’Egidio. Per questo la Comunità propone di utilizzare il denaro pubblico non per sgomberare, ma per favorire con percorsi mirati l’inserimento abitativo e lavorativo di queste persone.
In collaborazione con alcune realtà – Segnavia-Padri Somaschi, La Strada società cooperativa sociale, Auprema società cooperativa, La Cordata – Sant’Egidio a Milano ha già progettato e sperimentato con successo inserimenti abitativi di nuclei famigliari rom, che raggiungono in questo modo una piena autonomia abitativa e economica nella legalità.
«Solo così è veramente possibile smantellare i campi abusivi – concludono alla Comunità -. Rinnoviamo quindi l’appello a investire in percorsi positivi di housing sociale e la nostra disponibilità ad attivare nuove energie per realizzare soluzioni di accoglienza e integrazione». Questa mattina a Milano, in fondo a via Lorenteggio, al confine con il territorio del Comune di Corsico, è stato sgomberato un insediamento abusivo dove vivevano oltre 100 rom di origine rumena, costretti ad abbandonare l’area: tra loro molti bambini e alcune donne incinte. Queste persone erano reduci da precedenti sgomberi, in particolare da quelli di via Rubattino e di via Sant’Arialdo (Chiaravalle). Prima di quest’ultimo sgombero, tra l’altro, erano già in corso contatti con le scuole della zona per attuare il trasferimento dei bambini dalle scuole di provenienza dove frequentavano regolarmente (zona Rubattino e Chiaravalle) alla zona Lorenteggio.Nonostante le rigide temperature invernali, dunque, gli sgomberi non si fermano. Si tratta dell’ottava operazione di questo tipo nel 2010. Ieri era stata smantellata una baraccopoli situata in via Cristina di Belgioioso, a pochi metri dalla cinta muraria del carcere di Bollate: sono state abbattute dieci baracche fatiscenti, occupate da 60 rom già identificati e denunciati per occupazione abusiva e allontanatisi all’arrivo degli agenti.La Comunità di Sant’Egidio di Milano, da tempo impegnata su questo fronte, constata con preoccupazione come gli sgomberi costino molto e continuino a spostare le persone da una parte all’altra della città. Inoltre, susseguendosi così rapidamente, impediscono di concludere le pratiche di iscrizione scolastica per i minori.«Solo investendo nell’inserimento dei rom che dimostrano la volontà di integrarsi si crea sicurezza per tutti», ribadisce Sant’Egidio. Per questo la Comunità propone di utilizzare il denaro pubblico non per sgomberare, ma per favorire con percorsi mirati l’inserimento abitativo e lavorativo di queste persone.In collaborazione con alcune realtà – Segnavia-Padri Somaschi, La Strada società cooperativa sociale, Auprema società cooperativa, La Cordata – Sant’Egidio a Milano ha già progettato e sperimentato con successo inserimenti abitativi di nuclei famigliari rom, che raggiungono in questo modo una piena autonomia abitativa e economica nella legalità.«Solo così è veramente possibile smantellare i campi abusivi – concludono alla Comunità -. Rinnoviamo quindi l’appello a investire in percorsi positivi di housing sociale e la nostra disponibilità ad attivare nuove energie per realizzare soluzioni di accoglienza e integrazione».