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Crisi

Saracinesche chiuse a Milano per 421 esercizi

Secondo la Camera di Commercio�tanti sono stati i negozi che hanno chiuso nel capoluogo lombardo nel 2009 a causa dell'aumento esorbitante degli affitti, saliti fino al 30%

di Cristina CONTI Redazione

29 Aprile 2010

Affitti alle stelle e crisi economica. Ormai anche i saldi servono a poco. E molti negozi di Milano chiudono per sempre.
Secondo la Camera di Commercio nel 2009 sono stati 421 gli esercizi che hanno abbassato la saracinesca. “Negli ultimi due anni in centro i canoni di locazione sono aumentati del 30 per cento tanto che ormai toccano i 1.500 euro al metro quadro l’anno, arrivando a tremila in Corso Vittorio Emanuele – dice Giorgio Montingelli dell’Unione del Commercio di Milano -. Quando i contratti, che spesso durano 12 anni, scadono i proprietari degli immobili li rinnovano alzandoli in maniera sproporzionata, senza tenere contro dell’incremento Istat che grava anno dopo anno sul locatario. Ecco quindi che gli unici che riescono a resistere sono le grandi catene di abbigliamento, i flag shop, che hanno meno spese ed enormi fatturati”.
Accade sempre più spesso di vedere al posto di un negozio le filiali di una banca, lo sportello di un’assicurazione o addirittura uno studio dentistico. “La crisi, costringe a ridurre i rincari sulla merce, rendendo insostenibili le spese di affitto e personale. Ma questo non è uguale per tutti. Alcuni hanno capacità di innovarsi, garantire qualità ed essere contemporaneamente attraenti per il cliente. Altri no. In centro infatti ci sono negozi che chiudono ma anche negozi che resistono. Un altro problema è poi la desertificazione del centro, che dipende anche dalla difficoltà a raggiungerlo in auto”, commenta Lino Stoppani di Peck, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi.
Tra i 70 e gli 80 mila euro l’anno di affitto in Corso Garibaldi, cifre raddoppiate per il quadrilatero della moda. E poi c’è chi ha avuto un contratto di 40 mila euro per 12 anni e, una volta scaduto, deve fare i conti con un sostanzioso aumento del canone. E arriva sostegno anche dal Comune. “Milano è un’oasi felice rispetto a tante altre città italiane. Il sostegno da parte nostra è una goccia nel mare se parallelamente non interviene il governo”, aggiunge Giovanni Terzi, assessore alle attività produttive. Mentre dai proprietari viene una proposta: “Una via d’uscita potrebbe essere quella di cambiare le regole. Si potrebbe rivedere i contratti d’affitto rispetto ai tempi. Ricordiamo poi che i nuovi commercianti, oltre a pagare il canone, hanno anche una buonuscita molto consistente e che, comunque il nuovo affitto rimarrà immutato per 12 anni e poi sarà solo adeguato all’inflazione”, precisa Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia. Affitti alle stelle e crisi economica. Ormai anche i saldi servono a poco. E molti negozi di Milano chiudono per sempre.Secondo la Camera di Commercio nel 2009 sono stati 421 gli esercizi che hanno abbassato la saracinesca. “Negli ultimi due anni in centro i canoni di locazione sono aumentati del 30 per cento tanto che ormai toccano i 1.500 euro al metro quadro l’anno, arrivando a tremila in Corso Vittorio Emanuele – dice Giorgio Montingelli dell’Unione del Commercio di Milano -. Quando i contratti, che spesso durano 12 anni, scadono i proprietari degli immobili li rinnovano alzandoli in maniera sproporzionata, senza tenere contro dell’incremento Istat che grava anno dopo anno sul locatario. Ecco quindi che gli unici che riescono a resistere sono le grandi catene di abbigliamento, i flag shop, che hanno meno spese ed enormi fatturati”.Accade sempre più spesso di vedere al posto di un negozio le filiali di una banca, lo sportello di un’assicurazione o addirittura uno studio dentistico. “La crisi, costringe a ridurre i rincari sulla merce, rendendo insostenibili le spese di affitto e personale. Ma questo non è uguale per tutti. Alcuni hanno capacità di innovarsi, garantire qualità ed essere contemporaneamente attraenti per il cliente. Altri no. In centro infatti ci sono negozi che chiudono ma anche negozi che resistono. Un altro problema è poi la desertificazione del centro, che dipende anche dalla difficoltà a raggiungerlo in auto”, commenta Lino Stoppani di Peck, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi.Tra i 70 e gli 80 mila euro l’anno di affitto in Corso Garibaldi, cifre raddoppiate per il quadrilatero della moda. E poi c’è chi ha avuto un contratto di 40 mila euro per 12 anni e, una volta scaduto, deve fare i conti con un sostanzioso aumento del canone. E arriva sostegno anche dal Comune. “Milano è un’oasi felice rispetto a tante altre città italiane. Il sostegno da parte nostra è una goccia nel mare se parallelamente non interviene il governo”, aggiunge Giovanni Terzi, assessore alle attività produttive. Mentre dai proprietari viene una proposta: “Una via d’uscita potrebbe essere quella di cambiare le regole. Si potrebbe rivedere i contratti d’affitto rispetto ai tempi. Ricordiamo poi che i nuovi commercianti, oltre a pagare il canone, hanno anche una buonuscita molto consistente e che, comunque il nuovo affitto rimarrà immutato per 12 anni e poi sarà solo adeguato all’inflazione”, precisa Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia.

E' soprattutto in centro che i negozi sono costretti a chiudere a causa degli affitti insostenibili