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Politica

Il governo Conte bis e l’Europa

Rapporti da chiarire e consolidare. Il ruolo di Gentiloni

di Maria Luisa MENOZZI

7 Ottobre 2019

Sembra importante porre l’accento sul nuovo governo Conte bis e i rapporti con l’Ue che, ci si augura, verranno chiariti e consolidati.

Sembrava infatti che i principi dell’Ue di cui l’Italia è Stato fondatore venissero messi in discussione dimenticando l’esistenza dei vincoli europei.

Non si può dimenticare che con il Trattato firmato a Roma nel 1957, rinnovato e arricchito a Maastricht nel 1992 e a Lisbona nel 2007, è nata l’Unione alla quale a tutt’oggi aderiscono 28 Stati membri (compresa attualmente anche l’Uk), che i regolamenti e le direttive sono gli strumenti normativi che la disciplinano.

I primi con efficacia “erga omnes” e le seconde che acquistano efficacia con il recepimento da parte degli Stati membri.

Gli organi dell’Unione sono il Parlamento i cui componenti sono stati eletti con le recenti elezioni e la Commissione, l’organo esecutivo presieduto da Ursula Von Der Leyen con i suoi dicasteri dalle specifiche competenze.

 

L’Agenda proposta dalla Von Der Leyen merita di essere considerata perché l’Italia possa, con il rappresentante designato Gentiloni, seguirne le direttive a vantaggio del nostro Paese.

Ursula Von Der Leyen richiama innanzitutto l’attenzione sui temi ambientali e sulla necessità di un patto verde europeo: economia circolare, risanamento ambientale, rilascio delle aree e attività rurali, investimenti massicci, sostenibilità con il vantaggio di ricadute in termini di Pil e occupazione.

Sul versante lavoro la neo Presidente propone un salario minimo Ue.

In tema di welfare l’obiettivo è il rafforzamento della garanzia giovani nonché di una nuova garanzia minori e per le donne, e la piena realizzazione del nuovo Pilastro europeo dei diritti sociali con particolare insistenza sugli investimenti digitali e in capitale umano: istruzione, ricerca e sviluppo.

Relativamente all’immigrazione è prevista la revisione del Regolamento di Dublino.

In molti Paesi non ci sono attualmente margini fiscali e si auspica che con la lotta contro l’evasione e con la riqualificazione della spesa pubblica la situazione possa migliorare.

 

Entro il mese di ottobre i Paesi membri devono presentare la legge di Stabilità da sottoporre a Bruxelles e potrebbero essere recepite le direttive della neopresidente con il risultato che si allenti il vincolo di bilancio dell’Italia con il risultato che la politica della Commissione si trasformi da restrittiva a neutrale con vantaggi indiscutibili sia per il Paese (che dovrebbe rivedere la Quota 100 e il Reddito di cittadinanza per renderli più efficaci) che per l’Ue che assumerebbe un volto più amichevole nell’interesse dei cittadini, allentando il vincolo di bilancio per l’Italia già a partire dal 2020 con il risultato di far riprendere investimenti e occupazione.

 

Da ultimo Gentiloni ha ricevuto l’incarico di Commissario alle politiche economiche presso la Commissione di Bruxelles. Si tratta di un ruolo rilevante che pone l’Italia in una posizione di prestigio anche se non senza problemi e difficoltà.

Gentiloni si inserisce nel programma di economia stabile e crescita, di politiche di bilancio espansive e non solo monetarie. Sono noti i problemi dell’eurozona; l’Italia dovrà adeguarsi al trattato di Maastricht e rispettarlo.

La revisione del Patto è prevista nel 2020; incaricato a trattare per l’Italia sarà il ministro dell’economia Gualtieri; Gentiloni dovrà assicurarne l’applicazione usando tutta la flessibilità permessa dalle regole.

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