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Motociciclismo

Il Dottore ai titoli di coda?

MotoGp, Valentino Rossi tra addii e vecchie ruggini

di Leo GABBI Agenzia Sir

12 Novembre 2012

Con l’ultimo Gran Premio disputato a Valencia va in archivio una delle stagioni più incolori della recente storia del MotoGp.

Ormai da settimane, con la riconferma scontata sul podio iridato di Jorge Lorenzo ratificata dopo il Gp australiano, la prospettiva degli aficionados si era già quasi tutta concentrata sulla prossima stagione, che segnerà tra l’altro il ritorno di Valentino Rossi in Yamaha dopo due stagioni deludenti alla Ducati. Quella che infatti sembrava avere le stimmate di accoppiata perfetta per i tifosi italiani, con l’asso marchigiano a bordo del bolide di Borgo Panigale, si è rivelata fin quasi da subito una scommessa persa. Dubbi, incomprensioni, malintesi, poco feeling tra the Doctor e l’entourage, una guida particolare a cui Vale non si è mai adattato, mentre la scuderia non sempre è riuscita ad accontentare i correttivi suggeriti dal campionissimo.

Così, fin dalla prima stagione flop, si sussurrava di questo divorzio annunciato, concretizzatosi un po’ oltre la metà di quest’anno. Al di là di qualche bel piazzamento (troppo poco per lui in due anni di gare), oggettivamente ora Rossi è a un bivio: se torna a vincere dimostra che lui è sempre il numero uno e che i problemi semmai erano legati alla scuderia emiliana; se invece continuerà a galleggiare nelle retrovie darà ragione a chi da tempo ormai va dicendo che ha imboccato la strada del tramonto. Di sicuro l’ex ragazzone marchigiano ha bisogno di una robusta dose di nuove motivazioni. E cambiar aria, peraltro in una scuderia dove in passato aveva fatto benissimo, non potrà che aiutarlo.

Recentemente, anche in occasione dell’anniversario della morte di Simoncelli, ha spiegato che il Circus non era più lo stesso senza il suo grande amico (condivisibile) e che il mondo delle MotoGp era diventato così veloce e così perfetto da risultare quasi noioso. Anche quest’ultima frase non è campata in aria: dopo anni di travolgente successo, gli ascolti di quest’anno hanno raccolto meno consensi del previsto, ma che la dica uno come Rossi, da sempre entusiasta della vita e delle corse, può essere un campanello d’allarme.

Il pesarese non ha comunque lesinato l’autocritica quando ha detto che in Ducati ha perso la prima scommessa da quando corre e che accettare Ducati è stato l’unico vero errore della sua carriera. Poi si è ricordato del grande rivale Casey Stoner, che quest’anno ha deciso di chiudere con le corse nonostante gli avessero proposto un contratto principesco da 15 milioni di euro, affermando che è stato l’unico a vincere la sfida con Ducati. E a proposito di avversari storici, chissà quanto piacerebbe a Valentino chiudere in bellezza come ha fatto l’antico rivale Max Biaggi, che ha salutato tutti all’alba delle sue 42 primavere, fresco del titolo mondiale appena conquistato in Superbike. Vedremo se per Vale siamo davvero ai titoli di coda o se riuscirà a stupirci ancora con un ultimo guizzo dei suoi.