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Csi

Locri, città aperta: in piazza lo sport di base

Numerose le società sportive che hanno aderito all’appello in risposta alle minacce ricevute dalla squadra reggina. Il presidente nazionale Massimo Achini in campo assieme al Vescovo di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva e al Sindaco di Locri Giovanni Calabrese

7 Gennaio 2016

Una Befana carica di emozioni, sorrisi, solidarietà e tanto sport. Un’Epifania, quella vissuta a Locri, all’insegna dello sport che educa ai valori e alla legalità. Piazza dei Martiri si è trasformata per una mattinata nel Villaggio del Csi, in cui piccoli e grandi hanno potuto indossare calzoncini e maglietta, portando nel loro zainetto la buona dose di coraggio e altruismo che ogni sportivo serba nel proprio animo.

Un “no” alla paura fortemente voluto dal Centro Sportivo Italiano, con a capo il suo presidente nazionale, Massimo Achini, presente alla mattinata assieme a oltre 500 bambini. Al suo fianco presenti anche il Vescovo di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva e il Sindaco di Locri Giovanni Calabrese, che simbolicamente hanno dato il calcio di inizio all’iniziativa.

A riaffermare il primato dello Sport, anche dinnanzi alle minacce, le calciatrici dello Sporting Locri: proprio dalla notizia del possibile ritiro della squadra di calcio a 5 femminile reggina, vicecampione nazionale Csi, è partito un naturale tam-tam che ha fatto convogliare nella punta dello Stivale sportivi da tutta la Calabria, dal Mezzogiorno e anche da altre zone d’Italia. Chiarissimo il segnale che il Csi ha voluto lanciare: lo sport non chiude mai. Non lascia, semmai raddoppia.

Di certo la risposta è stata positivissima, dimostrazione evidente di come lo Sport, seppur in un territorio “difficile”, riesca sempre a essere un sano vettore di crescita sociale. Locri città aperta ha respinto al mittente tutti i tentativi di influenzare un mondo, quello sportivo, che da sempre riesce a trarre il meglio dai giovani del Sud Italia. Accanto allo Sporting Locri tante le esperienze di “Sport Sociale” presenti: dalla Scuola Calcio Etica e Libera “Don Milani” di Gioiosa Ionica all’Aspi Padre Monti di Polistena, due stagioni fa anch’essa a un passo dal ritiro da un campionato giovanile per via di atti violenti ai suoi danni. Fino a giungere alla “Reggio a Colori”, formazione sperimentale con 20 ragazzi di 11 nazionalità diverse, profughi da pochi mesi in Italia. Storie e testimonianze di una cultura sportiva che si fondono con la piazza e il territorio per testimoniare che lo Sport non può essere mai chiuso per violenza o atti di criminalità organizzata

Le parole

Giovanni Calabrese: «Davvero una grande iniziativa: grazie al Csi perché, senza esitare, ha pensato e realizzato tutto questo. E la risposta di Locri è la testimonianza di come questo territorio ami lo Sport e attraverso lo Sport vuole dimostrare tutta la sua voglia di riscatto sociale».

Massimo Achini: «Oggi lo sport ha vinto due volte. Vedere in piazza 500 giovani con le ragazze dello Sporting Locri è stato bellissimo. Ma per noi la partita è solo iniziata: vogliamo sostenere le società sportive della Locride nella quotidianità, ricordando che lo sport rappresenta la più grande occasione per educare i giovani alla vita. Per il Csi essere in frontiera è sempre stato normale e per noi essere qui oggi è stato davvero un onore».

Monsignor Francesco Oliva: «La Locride è una terra inclusiva che ha bisogno dello Sport: questa manifestazione ristabilisce l’ordine naturale delle cose. C ’è tanta gente per bene che scende in piazza, ci mette la faccia e gioca la partita della quotidianità con i valori della lealtà e il rispetto delle regole».