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Achini, per il Csi un presidente da Milano

Il presidente del Comitato provinciale milanese eletto al vertice del Centro Sportivo Italiano nell'Assemblea di Chianciano. In un "decalogo" programmi e obiettivi

23 Giugno 2008

23/06/2008

di Moreno GUSSONI

Tutto come da pronostico: il milanese Massimo Achini è il nuovo presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano per il quadriennio 2008-2012. L’ha eletto l’Assemblea nazionale di Chianciano Terme (Siena), il 21 e 22 giugno, con i voti di 7677 società.

Achini, candidato unico a succedere a Edio Costantini, si è presentato con un “decalogo” costituito da capitoli come “Valorizzare il territorio”, “Tra politica e cittadinanza attiva”, “I rapporti con la Chiesa: le sfide nelle diocesi”, “Contenere i costi”, “Attività sportiva”, “Formazione”, “Politiche sociali”, “I nodi associativi”, “La scuola” e “Volare in alto con i piedi per terra”.

Un “decalogo” aperto dalla qualifica di «eroi» ai tesserati del Csi, che Achini ha definito «persone fatte non per camminare su sentieri agili e comodi. Sono persone che vogliono sfidare l’impossibile, lottare per rendere concrete le utopie. Insomma, sono persone che vogliono scalare le grandi imprese».

E così ha proposto il “decalogo” per il nuovo quadriennio olimpico, nel quale vuole riscrivere anche lo Statuto del Csi. Un decalogo che parla di un forte rinnovamento nella continuità e chiede una crescita, di società e atleti, del 10% in un anno. Obiettivo ambizioso? «Ambizioso sì – replica Achini -, ma anche alla portata dei validi dirigenti locali del Csi. Altrimenti non l’avrei proposto».

Guidare 800 mila tesserati non è impresa facile. Emozionato o preoccupato? «Emozionato come lo sarebbe chiunque – dice -. Io so, per esempio, che non in tutte le diocesi c’è, verso il Csi, la sensibilità di quella di Milano. Allora dovremo andare vescovo per vescovo e parroco per parroco per farli salire sulla nostra barca, così da remare tutti insieme verso il traguardo dell’educazione dei nostri giovani di oggi per renderli uomini e donne del domani. Noi siamo realtà sportive della Chiesa e con la Chiesa cerchiamo la collaborazione perché abbiamo lo stesso obiettivo. E, logicamente, lavorare insieme avvicina l’obiettivo».

Ecco, l’educazione. Un tema chiave del Csi… «Vero – conferma -. Io dico che se ne parla spesso solo a parole. Bene, io credo che il Csi debba affrontare la sfida educativa in una realtà concreta, mettendo in campo nomi e volti che sono i suoi dirigenti locali e nazionali e i suoi atleti. Fatto questo, il “decalogo”, ne sono sicuro, sarà declinato nel quotidiano con naturalezza e spontaneità».

Torniamo allo sport di base, tema sul quale Achini ha auspicato una maggioranza trasversale in Parlamento per approvare leggi ad hoc. «Certo – dice – e mi auguro che ciò accada perché di questo non ha bisogno il Csi o un altro ente di promozione sportiva: ne ha bisogno la nostra società, per ritrovarsi e rilanciarsi ».

E l’immagine migliore, per chiudere l’Assemblea dopo aver insediato il nuovo Consiglio (che tornerà a riunirsi sabato 6 settembre) e la nuova presidenza nazionale, è quella di don Claudio Paganini, il Consulente ecclesiastico nazionale che, proprio nei giorni scorsi, è stato nominato Cappellano di Sua Santità e, dunque, è assurto al titolo di monsignore. E questo grazie alla corsa limpida e comune con il Csi. E proprio il neo monsignore ha partecipato all’Assemblea la notizia dell’imminente matrimonio del neo presidente nazionale del Csi.