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BRAMBILLA: «UN BIS MERITATO»

5 Giugno 2008

“Il Falco sfortunato / con rabbia è tornato / e subito ha trionfato”. Lo striscione teso sulle prime rampe del Foscagno ha portato fortuna a Paolo Savoldelli. Il campione della Val Seriana ha bissato il rosa del 2002 dopo una serie di vicissitudini che ha dell’incredibile. La ripercorriamo con l’aiuto di Alessandro Brambilla, inviato di Qs al Giro e autentica “enciclopedia” del ciclismo: «Dopo il Giro del 2002 Savoldelli e’ stato coinvolto nella crisi finanziaria della sua squadra, e’ passato alla Telekom e nel finale di quella stagione ha corso pochissimo. All’inizio del 2003 si è scontrato frontalmente con una moto e per le fratture riportate è rimasto fermo parecchi mesi. Caduto nuovamente in estate, ha perso praticamente il resto dell’anno. Nel 2004, nuovo incidente e nuovo stop, aggravato anche da fastidiosi capogiri. Dopo l’ennesima caduta in corsa, a fine anno, per scaramanzia ha deciso di cambiare squadra e ha firmato per la Discovery Channel. All’inizio del 2005 si è rotto la clavicola in allenamento, ma – parole sue – con tutto quello che gli era capitato, non ci ha fatto molto caso…».

Il bis in rosa, dunque, lo ripaga…
Credo che umanamente non possa che far piacere a tutti. Di fatto, Savoldelli ha vinto gli ultimi due Giri d’Italia che ha disputato, nel 2002 e quest’anno, senza contare il secondo posto del 1999. La prima volta forse aveva pochi avversari, dal momento che per varie squalifiche alcuni potenziali rivali erano stati estromessi dalla corsa. Stavolta, invece, ha battuto tutti. E non si può dire che sia stato favorito dai malanni di Basso, il quale deve ancora dimostrare di poter reggere in una corsa di tre settimane senza avere flessioni: secondo me il suo non è stato un problema fisico, ma una mancanza di recupero.

Una vittoria meritata, in sostanza?
Tecnicamente non fa una grinza: Savoldelli va forte in discesa, ma sa difendersi bene anche in salita e l’ha dimostrato. Oggi il Giro si vince non con la grande impresa, staccando tutti di diversi minuti, ma come ha fatto Savoldelli, che ha racimolato qua e là, poco per volta, quello che serviva per distanziare gli avversari.