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Intervista alla Kostner dopo il trionfo di Varsavia CAROLINA, ÉTOILE DEL GHIACCIO EUROPEO

Intervista alla Kostner dopo il magico trionfo di Varsavia: «Tanta felicità per me e il mio team - dice l'atleta altoatesina -. Ora punto ai Mondiali di Tokyo e alla maturità linguistica...»

5 Giugno 2008
TURIN, ITALY - FEBRUARY 21:  Carolina Kostner of Italy performs during the women's Short Program of the figure skating during Day 11 of the Turin 2006 Winter Olympic Games on February 21, 2006 at Palavela in Turin, Italy.  (Photo by Robert Laberge/Getty Images)

L’atleta altoatesina è la prima italiana a conquistare il titolo
continentale nel pattinaggio artistico: «Una grande felicità
per me e il mio team, tenuto conto che, per un infortunio,
ho rischiato di non poter gareggiare. L’esperienza di Torino
mi ha aiutato a crescere, ora i prossimi obiettivi sono i Mondiali
di Tokyo e la maturità linguistica. E a chi mette in dubbio
la mia italianità, rispondo che sono italiana e lo sento
nel profondo del cuore: sul podio ho cantato l’inno…»

di Sarah Tavella

Ce l’ha fatta. Dopo quattro titoli italiani e due bronzi, Carolina Kostner ha vinto l’oro agli Europei di pattinaggio artistico sul ghiaccio a Varsavia. Con sei salti tripli nel programma libero, sulle note della colonna sonora di Memoria di una geisha, l’atleta altoatesina ha conquistato l’Europa.

Vent’anni tra qualche giorno, ha regalato all’Italia il primo titolo femminile nel pattinaggio di figura. Un risultato che la fa entrare negli annali dello sport. Timida e riservata, Carolina è riuscita finalmente a sconfiggere la paura di vincere. Con la sua splendida esibizione nell’abito fucsia, con il dragone di pailettes e il kanzashi tra i capelli, ha dimostrato di essere diventata grande.

Cosa ha provato a vincere la sua prima medaglia d’oro?
Felicità e molta soddisfazione. Per me, ma anche per il team che mi sta a fianco e mi segue costantemente. È stato uno dei miei migliori esercizi, mi sentivo in gran forma, piena d’energia, e l’affetto del pubblico mi ha dato la carica giusta.

E dire che ha rischiato di saltare gli Europei per un infortunio…
Già. La mia partecipazione alla gara è rimasta incerta fino all’ultimo. A settembre mi sono rotta due legamenti esterni della caviglia sinistra. Devo ringraziare i medici che hanno deciso di non operarmi, ma di farmi guarire alla vecchia maniera. Non sono andata in Polonia per vincere, ero già contenta di non perdere la stagione, e invece è arrivato il successo.

A chi ha dedicato questa vittoria?
A mio papà Erwin, che purtroppo non era con me perché doveva seguire la squadra che allena, il Bellinzona di hockey su ghiaccio. Lui e mio zio mi stanno aiutando a costruire i mobili per il bilocale che ho acquistato ad Oberstdorf, in Germania, dove vivo ormai da sei anni. Quest’anno non dormo più in collegio. Ho finalmente una casa tutta mia.

Come ha festeggiato l’oro?
Nel più classico dei modi… a cena in un ottimo ristorante di Varsavia insieme agli atleti italiani. La cucina, per la cronaca, era rigorosamente made in Italy.

Il senatore a vita Francesco Cossiga l’ha definita «ragazza di nazionalità tedesca della minoranza del sud Tirolo»: cosa risponde a chi mette in dubbio la sua italianità?
Semplicemente che non mi conosce bene. Io sono italiana e lo sento nel profondo del cuore. Lo si è visto mentre cantavo l’Inno di Mameli sul podio e lo scorso anno, quando ho portato con orgoglio la bandiera alle Olimpiadi di Torino.

Questo risultato riscatta la delusione dei Giochi?
Per me e per il mio team non è stata una delusione, anzi. Forse è stata così per molti italiani che si aspettavano troppo da me… Comunque quell’esperienza mi è servita per crescere e diventare quella che sono adesso.

Quest’anno ha la maturità: come fa a conciliare gli allenamenti con lo studio?
Con calma e pazienza, ma soprattutto con tanto impegno.

E quali sono i prossimi obiettivi?
Far bene ai Mondiali di Tokyo a fine marzo e superare gli esami al liceo linguistico.

Molte città italiane e straniere si sono già candidate a ospitarla per il prossimo anno: dove sceglierà di frequentare l’università e continuare ad allenarsi?
Non so ancora. Sono commossa da tutta questa attenzione. Ho bisogno di un po’ di tempo per decidere. Vedrò a fine stagione.

A corteggiarla c’è anche l’olimpica Torino…
Sono particolarmente legata a questa città, che mi ha fatto vivere una delle emozioni più grandi, paragonabile soltanto all’oro degli Europei. Ha begli impianti sportivi, all’avanguardia. Ma, lo ripeto, è ancora presto per scegliere. Ora devo pensare soltanto a studiare e ad allenarmi.