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18 aprile

La storia di Jacques Fesch
al Politeama di Varese

Spettacolo proposto dalla Compagnia dell’Eremo e organizzato dal Decanato di Varese in occasione dell’Anno della Fede

10 Aprile 2013

Giovedì 18 aprile, alle 21, al Teatro Politeama di Varese (piazza XX settembre), in occasione dell’Anno della Fede il Decanato di Varese presenta lo spettacolo Jacques Fesch. Transfiguratio malis.

Lo spettacolo – proposto dalla Compagnia dell’Eremo – è incentrato sulla figura di Jacques Fesch (1930-1957), giovane francese dissipato e turbolento, colpevole di una rapina finita accidentalmente con l’uccisione di un poliziotto. Per questo viene incarcerato e condannato a morte. Nei tre anni di carcere che precedono la sua esecuzione, Jacques si converte: capisce il dramma del suo passato egoista e indifferente e risponde positivamente alla chiamata della Grazia di Dio, che lo vuole un uomo nuovo. Inizia così un cammino spirituale affascinante, leale e profondo, aiutato dal cappellano del carcere e dal suo avvocato, un cammino che lo porta ai vertici dell’amore per Dio e per gli uomini. Dal carcere scrive lettere ai parenti, tra cui la moglie Pierrette, la piccola figlia Veronique, l’amico benedettino padre Thomas, la suocera Marinette. Scrive anche un Diario intimo per Veronique. Questi testi sono una testimonianza unica del suo itinerario di sequela di Cristo. Serenamente egli va incontro alla ghigliottina, che lo uccide all’alba del 1 ottobre 1957. È in corso il processo di beatificazione.

Lo spettacolo è ambientato nella cella di Jacques negli ultimi mesi della sua vita. In scena si alternano alcune persone centrali per la vita del giovane: la moglie, il cappellano, una guardia. Attraverso il dialogo, talvolta duro e drammatico, con questi personaggi e le lettere che Jacques invia dalla cella, viene tratteggiata la sua parabola umana, attraverso l’omicidio e fino alla conversione e al raggiungimento delle vette della fede. Ne emerge una figura affascinante, di grande attualità per diversi motivi. Affrontare la figura di questo giovane porta ad affrontare la questione educativa odierna: egli stesso attribuisce lucidamente all’educazione ricevuta, atea e priva di ideali, la causa dei suoi comportamenti criminali, dando giudizi molto netti sulla sua giovinezza vissuta senza regole e modelli. In secondo luogo una riflessione su Fesch implica un discorso sui temi della giustizia e del perdono, che inevitabilmente coinvolgono la sua vicenda, palesando le sue responsabilità, ma anche il suo rapporto con Cristo misericordioso, che attende senza stancarsi l’uomo peccatore.

La Compagnia dell’Eremo

Lo spettacolo è di Sergio Di Benedetto. Interpreti Camillo Rossi Barattini, Ettore Cibelli, Luisa Oneto e Angelo Zilio. Regia di Antonio Zanoletti

La Compagnia dell’Eremo è un’associazione teatrale e culturale. Nata per proporre materiali del sacro e del profano con forte caratura civile, per 12 anni all’Eremo di Santa Caterina, sul Lago Maggiore, ha presentato, con valenti attori e registi, autori come Bernanos (Diario di un curato di campagna), Milosz (Miguel Manara), Mario Luzi (Pietra oscura) e Claudel (L’annuncio a Maria). Al Sacro Monte di Varese o nel Chiostro di Voltorre la Compagnia ha trattato testi su Massimiliano Kolbe, Charles de Foucauld, David Maria Turoldo e Sant’Ambrogio, nonché letture di poeti e scrittori come Testori, Péguy e Clemente Rebora. Tra il teatro profano si ricorda Il sole negli occhi.Lettere al fratello, sul carteggio tra Van Gogh e il fratello Theo, un successo che ha visto più di cento repliche.

In collaborazione con Fabio Battistini, la Compagnia ha messo in scena diversi spettacoli per i Vesperali nella cattedrale di Lugano, tra cui È mezzanotte dottor Schweitzer di Gilbert Cesbron e Omaggio a Testori. Sempre in Canton Ticino la Compagnia ha collaborato con la Rsi: si ricorda La sinfonia pastorale di André Gide con la drammaturgia di Fabio Battistini e Tienmi le mani sul carteggio tra Dino Campana e Sibilla Aleramo.

Negli ultimi anni la Compagnia si è dedicata a Dialoghi su Paolo VI. Ciò che conta è amare, realizzato in collaborazione con la Fondazione Ambrosiana Paolo VI, messo in scena più volte in importanti contesti culturali del Nord Italia. Lo spettacolo è stato anche rappresentato nel Duomo vecchio di Brescia, in preparazione alla visita di Benedetto XVI in città. Ultimamente sono stati messi in scena Teresa di Calcutta. Il più bel commento al Vangelo e Juan de la Cruz. Un cuore per Dio: quest’ultima rappresentazione è stata realizzata nel Duomo di Milano. La direzione artistica della Compagnia dell’Eremo è cura dell’attore e regista Antonio Zanoletti: i membri della compagnia sono tutti esperti di letteratura teatrale e valenti attori delle migliore scuole teatrali.

Info: compagniadelleremo@gmail.com; http://compagniadelleremo.blogspot.com