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Società

A Milano serve una politica dell’abitare

La considerazione di monsignor De Scalzi all’inaugurazione di Casa Monlué: «In città tante case senza abitanti e tanti abitanti senza case»

di Silvio MENGOTTO

16 Gennaio 2012
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«Con l’apertura della nuova Casa Monluè si aggiunge il pezzo mancante ad un sistema di accoglienza costruito nel tempo. Ma è ancora una goccia nel mare del bisogno. Serve un piano strategico di housing sociale coordinato dalla pubblica amministrazione». Queste le parole che don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana, ha pronunciato sabato 14 gennaio durante l’inaugurazione del centro di accoglienza alla periferia est di Milano dopo i lavori di ristrutturazione. Con don Davanzo erano presenti il vicesindaco Maria Grazia Guida, il vicario episcopale monsignor Erminio De Scalzi, il rappresentante della Fondazione Cariplo Alberto Fontana, Loredana Bigatti presidente di Zona 4, gli assessori comunali Pierfrancesco Majorino e Marco Granelli. Presente anche Mariolina Moioli considerata dal vicesindaco «la mamma di questo progetto».

Casa Monluè, Centro di Accoglienza Papa Giovanni PaoloII, oggi dispone di 93 posti letto a basso costo per lavoratori italiani e stranieri. Casa Monluè è alloggio e rifugio, uno spazio di formazione e solidarietà, nato da un accordo fra Comune di Milano, Caritas Ambrosiana e il Consorzio Farsi Prossimo. Dopo la ristrutturazione offre 55 camere, servizi igienici, spazi cucina, lavanderia e sale ricreative in uso comune. Dispone di camere singole, doppie e triple per le quali è richiesto un contributo mensile ridotto. È in grado di offrire agli ospiti percorsi di inserimento o re-inserimento sociale, a seconda dei casi, grazie alla presenza di educatori e assistenti sociali che possono contare su un network di cooperative e organizzazioni impegnate da anni contro il disagio. Gli ospiti pagheranno rette mensili al di sotto dei prezzi di mercato e profughi e rifugiati potranno essere ospitati in convenzione con le istituzioni.

Per far fronte all’emergenza Nordafricana nei mesi scorsi il Consorzio Farsi Prossimo ha messo a disposizione Casa Monluè per accogliere 24 richiedenti asilo provenienti dalla Libia. Gli ospiti potranno contare anche su un servizio socio educativo predisposto con l’obiettivo di aiutare a migliorare la propria vita acquisendo sempre più autonomia. Prestano la loro preziosa opera i volontari dell’Associazione Centesimus Annus, attiva dal 1997 nell’offrire attività ricreative e formative. Casa Monluè si pone anche come risorsa verso il quartiere in cui si colloca mettendo a disposizione la struttura alla zona circostante.

Monsignor Erminio De Scalzi considera lo sviluppo dell’accoglienza un bene per la città, ma denuncia che manca una politica dell’abitare, non solo per gli stranieri. «Milano – ha detto – ha tante case senza abitanti e tanti abitanti senza case». Per Massimo Minelli, presidente del Consorzio Farsi Prossimo «con Casa Monluè nasce un sistema integrato di accoglienza. Con questa struttura infatti aggiungiamo il pezzo mancante a un ideale di integrazione abitativa, che inizia dal contatto dei senza tetto in strada, con gli operatori dell’unità mobile, passa dal Rifugio Caritas, il ricovero notturno temporaneo, e il centro di via Barzaghi del Comune per l’accoglienza durante l’emergenza freddo, per proseguire verso soluzioni più autonome, nei pensionati e negli appartamenti sociali». Per il vicesindaco Maria Grazia Guida l’inaugurazione della nuova Casa Monluè è un evento che «rappresenta un segnale culturale e di presa di coscienza civile prima che sociale. Noi vogliamo una città plurale e aperta dove le diversità diventino risorse. Luoghi di accoglienza come questo, pur non esaurendo il fabbisogno delle fragilità metropolitane, aiutano a realizzare il nostro obiettivo».

I costi previsti per la ristrutturazione superano 1.600.000 euro: 741 mila finanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 450 mila finanziati dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del progetto “Una casa per Monluè”, 315 mila coperti da Caritas Ambrosiana e 100 mila da sponsor e donazioni private tra queste la Banca di Credito Cooperativo di Sesto san Giovanni e la Lega Calcio Serie B