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5 febbraio

Cav Mangiagalli, «Un fiore per la vita»

I volontari offriranno primule sul sagrato di 110 parrocchie per una raccolta fondi destinata al sostegno delle donne in gravidanza in stato di difficoltà

3 Febbraio 2017

«Un fiore per la vita» è l’iniziativa annuale del Centro di Aiuto alla Vita (Cav) Mangiagalli in occasione della Giornata per la vita, quest’anno domenica 5 febbraio. In 110 parrocchie di Milano i volontari dell’associazione offriranno deliziosi vasetti di primule e le offerte saranno interamente devolute al sostegno delle tante donne che quotidianamente si rivolgono al Centro.

E nella Cappella della Mangiagalli, alle 17, si celebreranno Battesimi speciali. Protagoniste sono infatti due coppie di gemelli nati nel dicembre del 2016 da due mamme seguite dal Cav: Mattias e Giorgio, figli di Julias (30 anni, salvadoregna), e Paola e Diego, messi al mondo da Irene (25 anni, del Togo).

Il Cav Mangiagalli è un’associazione di volontariato che aiuta le donne in gravidanza in stato di difficoltà materiale e/o psicologica a poter scegliere di non abortire. «Non opera quindi contro l’aborto, ma per la vita», spiega la fondatrice e presidente Paola Bonzi. Non è rivolto solo al mondo cattolico, ma è aperto a tutte le donne di ogni Paese, etnia e religione

Ecco in 32 anni di attività i più importanti risultati raggiunti: 25.942 donne incontrate; 19.960 bambini nati; 344 nuclei familiari ospitati fino alla raggiunta autonomia abitativa; 140 bambini iscritti ai nidi famiglia gestiti dall’associazione, tra il 2004 e il 2014. Nel 2015 le nuove utenti sono state 1.410 (2.490 in tutto), e 1.073 sono i bambini nati e seguiti con progetti di aiuto.

Una maternità imprevista, il disagio economico, l’assenza o la lontananza di amici e parenti, l’eventuale mancanza di un partner possono far sì che l’attesa di un figlio venga vissuta con paura, ansia, preoccupazione e un profondo senso di solitudine. Obiettivo del Cav Mangiagalli è accompagnare le donne alla nuova condizione di madre, sostenendole psicologicamente e materialmente fino all’anno di vita del bambino, aiutandole così a superare le difficoltà contingenti e a impostare correttamente la relazione con il proprio figlio.