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5 giugno

Cologno Monzese, comunione e condivisione

Messa con l’Arcivescovo nella parrocchia di San Giuliano, nata 440 e legata da una tradizione secolare a quella di Vimodrone. Il parroco don Macor parla della nuova iniziativa “Un pane da convidere”

di Cristina CONTI

3 Giugno 2016

Domenica 5 giugno il cardinale Angelo Scola si recherà a Cologno Monzese dove, alle 10.30, presiederà la celebrazione eucaristica nella parrocchia di San Giuliano (piazza San Matteo 2). «L’Arcivescovo viene a celebrare la Messa per ricordare un importante anniversario – spiega il parroco, don Gianfranco Benvenuto Macor -. La parrocchia fu fondata ai primi di giugno di 440 anni fa, a partire da una prima chiesa che dipendeva dai canonici di Monza, una Pieve campestre tra Vimodrone e Cologno. Nel 1578 San Carlo Borromeo istituì le due parrocchie di San Giuliano Monzese e San Remigio a Vimodrone ed emanò un decreto secondo cui ogni anno la parrocchia di San Remigio avrebbe dovuto portare a quella di San Giuliano un cero pasquale in segno di riconoscenza. E noi continuiamo a mettere in pratica il decreto che mette in comunione le due parrocchie con preminenza di San Giuliano. Infatti il sindaco di Vimodrone offrirà alla parrocchia il cero che poi verrà portato a San Giuliano»

La vostra parrocchia è molto estesa?
Sì. Comprende circa 10 mila abitanti ed è suddivisa in quartieri diversi. Subito dopo la seconda guerra mondiale la popolazione assommava a poco più di mille abitanti. Successivamente qui ci sono state diverse migrazioni: prima quella dei veneti, poi quella da altre zone d’Italia e infine, con la costruzione della metropolitana, il numero delle persone è cresciuto di nuovo. Il nostro territorio è molto esteso e comprende diversi quartieri nati successivamente con condomini e villette unifamiliari.

La crisi economica si è sentita molto?
Sì, si è sentita. Per aiutare le persone più in difficoltà si è attivata innanzitutto la Caritas parrocchiale. Proprio in questi giorni, poi, in collaborazione con il Comune è partita un’iniziativa particolare, chiamata “Un pane da condividere” e volta a sensibilizzare i cittadini a condividere il pane con chi non ne ha: si va dal panettiere e si lascia il pane pagato anche per un’altra persona; chi ha bisogno può ritirare un ticket alla Caritas e recarsi alla panetteria per ritirare il pane già pagato. Lo scopo è dunque aiutare chi ha bisogno, ma anche sensibilizzare i cittadini alla condivisione e alla solidarietà verso gli altri: Un gesto significativo proprio nell’Anno Santo della Misericordia: dare da mangiare agli affamati è infatti un’opera di misericordia. Abbiamo poi attivato anche il Fondo Famiglia Lavoro e un servizio di pacchi alimentari e di pagamento delle utenze, per chi ha particolare bisogno, attraverso la Caritas.

Gli stranieri sono molto presenti?
Non sono molti. Alcuni sono ben integrati, altri no, perché magari lavorano altrove. Molte persone qui non riescono a trovare un impiego perché ci sono poche opportunità e quindi durante tutta la settimana vanno avanti e indietro la mattina e la sera da Milano.

E i giovani?
Per loro abbiamo attivato una pastorale d’insieme che si svolge a livello cittadino e decanale. Il numero di giovani che partecipa alle iniziative è comunque in linea con quello delle altre parrocchie della diocesi.