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3 giugno

Dieci anni fa l’assassinio di monsignor Padovese

Il Vicario apostolico dell'Anatolia, milanese d'origine, sarà ricordato con una Messa presieduta da monsignor Martinelli alle 18.30 nella chiesa dei Cappuccini di piazzale Velasquez

di monsignor Paolo MARTINELLIVicario episcopale per la Vita consacrata maschile

3 Giugno 2020
Monsignor Luigi Padovese

Mercoledì 3 giugno nella chiesa dei Cappuccini di piazzale Velasquez a Milano, alle 18.30, è in programma una Santa Messa di suffragio per monsignor Luigi Padovese a dieci anni dalla sua morte, presieduta da chi scrive.

Quando il 3 giugno 2010, dieci anni fa, veniva ucciso barbaramente a Iskenderun, in Turchia, la notizia dell’assassinio di monsignor Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, fece in pochi istanti il giro del mondo, destando profondo sconcerto. I suoi funerali furono celebrati dal cardinale Dionigi Tettamanzi, suo personale amico, nel Duomo di Milano, gremito di fedeli.

Ma chi era monsignor Luigi Padovese? Nato nel 1947 a Milano, ha fin da piccolo frequentato la parrocchia della Santissima Trinità, dove a tutt’oggi è ricordato con affetto. Frate cappuccino, patrologo di fama internazionale, è stato docente alla Pontificia università Antonianum, ricoprendo per 17 anni il ruolo di preside dell’Istituto Francescano di spiritualità. Nel 2004 san Giovanni Paolo II lo ha nominato vicario apostolico dell’Anatolia.

Uomo di comunione e di dialogo, padre Padovese è stato sempre animato da spirito ecumenico; innanzitutto ha realizzato l’ecumenismo della domanda e della ricerca, coinvolgendo nei suoi percorsi accademici persone di fedi diverse e non credenti.

Ha realizzato poi l’ecumenismo in senso stretto, in particolare con la Chiesa ortodossa. Significativa è stata l’amicizia con Bartolomeo I, il quale nell’occasione della sua morte ebbe parole di grande affetto. È stato anche un grande tessitore di relazioni interreligiose, in particolare con il mondo islamico. Ha realizzato il dialogo anche attraverso le opere di carità realizzate per tutti i bisognosi che incontrava.

In occasione del 10° anniversario della sua morte le edizioni Terra Santa hanno rieditato il volume «La verità nell’amore». Omelie e scritti pastorali di mons. Luigi Padovese (2004-2010), a cura di P. Martinelli (Edizioni Terra Santa, Milano, 2020), contenente testi che si riferiscono al suo episcopato. Il titolo corrisponde al suo motto episcopale: «La verità nell’amore», un’espressione ispirata a san Giovanni Crisostomo; indica la profonda unità tra la ricerca e la pastorale, tra l’essere uomo di cultura e pastore secondo il cuore di Cristo.

Per ricordare la figura di monsignor Luigi Padovese si era pensato in Diocesi a un momento celebrativo di carattere ecumenico, presieduto dall’Arcivescovo. La pandemia ha costretto a sospendere l’appuntamento che si spera di poter realizzare a novembre.

Monsignor Luigi Padovese è ricordato in Diocesi ancora da tanta gente: lo ricorda la sua parrocchia di origine; il centro culturale a Cucciago che porta il suo nome; lo ricordano i frati Cappuccini e tanti che lo hanno conosciuto.

Il cardinale Angelo Scola, nella introduzione al libro delle sue omelie aveva indicato il cuore della sua esperienza di consacrato e di pastore ricordando qualcosa di importante per tutti: «Egli non ha mai smesso di sentirsi figlio della Chiesa ambrosiana e figlio della provincia dei frati Cappuccini di Lombardia, vivendo concretamente e fedelmente questi legami. In forza di questo è diventato padre e amico, generando tanti alla fede in Cristo».

Solo chi non smette di essere figlio può essere davvero padre e pastore. Questa è stata la testimonianza del vescovo Cappuccino monsignor Luigi Padovese.

 

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