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Milano

Family 2012, le voci dei volontari

Riuniti in Duomo per il solenne Pontificale di Pentecoste, hanno testimoniato le motivazioni e il significato del loro impegno

di Cristina CONTI

27 Maggio 2012

Duomo di Milano gremito per la consegna del mandato ai volontari del VII Incontro internazionale delle famiglie. Ragazzi e ragazze giovani, ma anche adulti e anziani. Tutti con indosso la polo bianca e rossa con il simbolo stilizzato della cattedrale. Un colpo d’occhio di grande effetto tra le navate della cattedrale, in cui ha risuonato per la prima volta l’inno ufficiale di Family 2012.
Sono 5408 le persone che presteranno servizio come volontari. Le donne sono poco di più degli uomini. Oltre la metà ha meno di 35 anni, 4 su 5 vengono dall’Italia. Ma ci sono anche ultrasettantenni, stranieri e migranti. “Unità e missione sono i due tratti tipici del volontario: unirsi con i propri doni e proprie capacità per metterli a servizio della grande famiglia che è la Chiesa”, ha detto l’arcivescovo Scola durante l’omelia.
I volontari daranno un grande contributo per orientare i pellegrini: dalle informazioni all’affiancamento del personale di sicurezza. “Come ha sottolineato il cardinale Scola, non è tanto importante perché si fa il volontario, quanto per chi. Dietro l’essere volontario dunque non c’è solo una motivazione personale o tecnica, ma il desiderio di imitare Gesù, che si è messo al servizio dell’uomo”, spiega Gabriele Alberti, responsabile dei volontari per Family 2012.
Tra questi Abramo Facchinetti, 66 anni, di Inzago, che ha dato per la manifestazione una disponibilità di tre mesi. Alle spalle ha già un passato di volontario al Giubileo del 2000, a Loreto, a Bari e ad Ancona. “Al Giubileo del 2000 ho partecipato a due turni a luglio e a novembre e mi sono occupato, tra le altre cose, dei pasti per i poveri. A Loreto, invece, mi è stato dato l’incarico di seguire e di fare da cicerone al Vescovo di Baghdad”, racconta. Appassionato ciclista, si sposterà in bici (se sarà possibile) da un luogo di servizio all’altro. “Queste esperienze sono sempre bellissime: si incontrano tante persone e si cresce sia culturalmente che spiritualmente”, aggiunge.
A ciascuno lo Spirito parla secondo la propria storia e il cammino personale. “Ho deciso di diventare volontaria per l’incontro mondiale delle famiglie dopo aver partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si è tenuta la scorsa estate a Madrid. Penso che mettersi a disposizione per organizzare eventi religiosi, che coinvolgono un così gran numero di persone, sia un’esperienza importante che aiuta a crescere nella fede”, racconta Maria Laura Chiareri, volontaria di Chieti. Dello stesso parere anche Michael Urbani, 18 anni, volontario di Rho. “Questi eventi di massa mi hanno affascinato fin da quando ero piccolo. Dovremo partecipare aiutare le persone, dando informazioni e consigli per vivere al meglio la manifestazione. Non vedo l’ora”, sottolinea.
Un’occasione di scambio culturale. “Da noi si è resa disponibile ad accogliere i pellegrini una signora che conosce diverse lingue, tra cui il russo e lo Swaili e ha chiesto proprio di ospitare una persona che le parli”, precisa Pietro Covini, responsabile organizzativo locale di Precotto. Ma anche un momenti di riflessione per tutti a prescindere dall’appartenenza religiosa. “Abbiamo lavorato tantissimo e con grandissima soddisfazione. È importante coinvolgere le famiglie credenti e non, perché il tema del prossimo Incontro riguarda tutti”, precisa Gabriella Settembrini responsabile organizzativa locale di Melzo.