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Gocce di cultura

Gabriele Bovi, Pucallpa – La città della terra colorata – Immagini e racconti dell’Amazzonia del Perù

Bellavite editore, Missaglia, dicembre 2013.

di Felice Asnaghi

3 Marzo 2015

Pucallpa è una popolosa città dell’Amazzonia peruviana costruita cinquant’anni fa nel mezzo della foresta e attorno al porto sul fiume Ucayali. È divenuta in breve tempo la principale cerniera di collegamento tra la regione costiera e andina del Perù e il bacino amazzonico che dalle Ande si estende attraverso il Brasile fino all’Atlantico.

Il nome Pucallpa deriva dall’antica lingua Inca che significa terra colorata per il terreno argilloso.

Che cosa centra Gabriele Bovi, trentenne brianzolo, con questa città? Gabriele è un volontario dell’Operazione Mato Grosso che per due anni ha vissuto in quel luogo presso la parrocchia san Juan Bosco amministrata dall’amico e sacerdote padre Massimo. Un’esperienza che evidentemente lo ha segnato, tanto da scriverne un libro per comunicare ciò che ha appreso. Il giovane sa scrivere (eccome!) e sa fotografare, due attitudini che sono l’essenza della comunicazione.  Un’idea si materializza in un libro suddiviso in fotografie e racconti.

Il rosso del tramonto è da favola, il giallo delle tende è unico e indescrivibile, la moltitudine variopinta di animali mette in mostra l’originalità del creato e i colori della terra e del fiume sono il riverbero della presenza divina. Non manca un reportage in bianconero: pescatori, scaricatori, agricoltori e bambini, sempre e ovunque con nomi bizzarri tipo Stalin, John Kennedy, Nixon, Julio Cesar, Shakira.

Ogni giorno si scontrano antico e moderno, povertà e ricchezza, logica e irrazionalità, natura e metropoli, arretratezza e progresso, realtà e immaginario, essenza e apparenza, verità e menzogna. La parola che meglio esprime questo mondo, e per estensione questa città amazzonica, è l’aggettivo contraddittorio.

Così Gabriele Bovi, non fa altro che ascoltare e mettere per iscritto le credenze che gli amici William, Pedro e Guillermo gli raccontano trasformandolo in un libro “di favole” o meglio “di soprannaturale” per grandi e piccini. Il risultato? Meraviglia delle meraviglie!

Pagina dopo pagina incontriamo il ragno femmina Boznamparo che si trasforma durante il giorno in una ragazza esperta filatrice e tessitrice capace di confezionare abiti per gli uomini del villaggio durante l’inverno; Ayaymama la nonna mangia bambini che alla fine cade nella sua stessa pentola bollente; i Tunchi anime maledette che uccidono; il Bufeo Colorado un cetaceo che vive nei fiumi; il Maligno scacciato con il rosario; Josè il Curandero (guaritore); la Runamula, donna di giorno e mula di notte; la Sirena che sposa un umano; la Yakumana la madre del fiume; il Yanapuma domato da un segno della croce; il compare ambizioso e la bella storia del fiore d’irray; il Chullachaqui che rapisce la ragazza; il Boa giallo, enorme e immobile; gli Yakuruna, spiriti maligni… Ce n’è per tutti.