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L’itinerario dell’uomo

16 Dicembre 2003

Partiamo da questo: è il più vistoso fenomeno di fine Millennio. L’uomo cerca, l’uomo si muove, l’uomo si agita:… nell’evasione, in apparenza, ma in realtà alla ricerca di serenità, sicurezza, stabilità, pace interiore, SPERANZA. L’espandersi delle sette ne è una spia; il turismo religioso – ultimo nato – è oggi un boom!

Il fenomeno nasce certo da cause contingenti – più benessere, più tempo libero, più cultura…; ma ha una radice molto profonda e antica che connota appunto di “nostalgia” quel fascino del Mistero o del Divino che oggi più riaffiora (cfr. Romeo Maggioni, PELLEGRINAGGIO, nostalgia e fascino del Mistero, San Paolo 1997). La radice teologica sta là nella identità più vera dell’uomo, fatto a immagine di Dio, anzi “ predestinato da essere conforme all’immagine del Figlio suo” (Rm 8,29)-; l’uomo nella sua struttura di fondo è come abbozzo che reclama di essere rifinito, una specie di fidanzato che tende al matrimonio, una immagine sfuocata appunto che tende a ricuperare quella somiglianza con Cristo che costituisce l’unica sua perfetta riuscita. Dice il Concilio: “Chi segue Cristo, l’uomo perfetto, diviene lui pure più uomo” (GS 42), cioè veramente e pienamente uomo.

Non va trascurato – sempre teologicamente parlando – che Gesù stesso disse: “Attirerò tutti a me!” (Gv 12,32). L’azione dello Spirito di Cristo opera ovunque negli animi sinceri per ricondurre al Padre ogni itinerario di ricerca. Scrive l’arcivescovo Martini: “Lo Spirito c’è, anche oggi, come al tempo di Gesù e degli Apostoli. C’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli dietro. Egli sorride, danza penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove noi mai avremmo immaginato; lo Spirito sta giocando, nell’invisibilità e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa” (Tre racconti dello Spirito, p. 11).