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18 settembre

Melegnano attende Scola
tra memoria del passato e progetti per il futuro

L’Arcivescovo celebrerà una Messa in Santa Maria del Carmine a 50 anni dalla fondazione. Presto la parrocchia si unirà ad altre due per formare la Comunità pastorale. Ne parla il vicario don Andrea Eugenio Tonon

di Cristina CONTI

14 Settembre 2015

Venerdì 18 settembre il cardinale Angelo Scola sarà nella parrocchia di Santa Maria del Carmine (via Dante 6) a Melegnano (Mi), in occasione del cinquantesimo anniversario dalla fondazione della parrocchia: alle 21 celebrerà la messa. In assenza del parroco don Renato Aristide Mariani – impegnato in un pellegrinaggio all’estero -, ne parliamo con don Andrea Eugenio Tonon, vicario parrocchiale. «Quest’anno celebriamo il cinquantesimo anniversario in modo solenne – spiega -. La chiesa risale alla fine del 1300: tanti laici si prestavano a tenerla aperta e ad animarla, con l’aiuto dei preti della parrocchia centrale. La parrocchia è nata dal “basso”, cioè dalla richiesta della gente del territorio. Il primo parroco è stato don Giuseppe Pellegatta, che è rimasto qui per 40 anni e ha realizzato le strutture materiali e pastorali, come l’oratorio e la scuola materna. Poi sono arrivati i coadiutori».

Come vi siete preparati per questo momento?
La preparazione si è incentrata appunto sul’anniversario. La visita del Cardinale apre tre giorni dedicati proprio al ricordo del cinquantesimo. Nei giorni scorsi si sono svolte una serata con proiezione di foto, testimonianze e brani musicali, e poi una iniziativa proposta al quartiere (la parrocchia è punto di riferimento per volontari e associazioni del territorio): una fiera con esibizioni e stand a cui hanno partecipato, tra gli altri, gli scout, la Croce Bianca, i diversi gruppi sportivi di judo, pallavolo e basket.

Fate parte di una Comunità pastorale?
Stiamo per entrarci. Il parroco don Renato Mariani è parroco anche delle altre due parrocchie, quella centrale della Natività di San Giovanni Battista e quella di San Gaetano della Provvidenza, nel quartiere Giardino. Fino a questo momento le tre realtà sono state autonome, ma abbiamo cominciato a coordinare insieme qualche attività, come per esempio le iniziative della pastorale giovanile, di cui si occupa don Daniele Franzetti. Presto ci saranno attività coordinate anche in altri settori della pastorale, in un’ottica di integrazione e arricchimento reciproco, e nei prossimi mesi verrà formalizzata la nascita della Comunità pastorale.

Quali le caratteristiche del territorio?
C’è una forte attenzione verso i bisognosi e più in generale alla dimensione della carità. In particolare nella parrocchia del Carmine, dove ci sono case popolari e famiglie bisognose, per le quali fanno molto la Caritas e un Centro d’Ascolto. Mentre nella parrocchia centrale c’è la San Vincenzo. C’è molta partecipazione dei laici alle diverse attività. Per quanto riguarda la parrocchia del Carmine non ci sono molte famiglie giovani con bambini.

L’immigrazione è forte?
Qualche immigrato c’è, ma il fenomeno non è particolarmente evidente.

La crisi economica si è sentita molto?
Ci sono diverse situazioni di bisogno e per questo abbiamo organizzato l’iniziativa “Adotta una famiglia”, che prevede una raccolta straordinaria di generi alimentari per far fronte alle diverse esigenze presenti sul territorio.

Anziani e giovani sono ben inseriti nelle attività parrocchiali?
Sì, i giovani hanno momenti di catechesi, si ritrovano insieme in oratorio e con loro stiamo portando avanti un discorso che coinvolge anche le altre due parrocchie. Mentre gli anziani partecipano alle “domeniche insieme”, a cadenza mensile.