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Lavoro

Occupazione meglio che nel resto d’Italia

Sulle 631 mila nuove assunzioni attese in tutto il Paese nel corso del 2012 quasi 100 mila saranno in Lombardia

di Cristina CONTI

11 Settembre 2012

È la Lombardia la regione ideale per chi cerca lavoro in Italia. Nel 2012 un lavoratore su sei tra i nuovi assunti sarà qui, con quasi 100 mila nuove assunzioni previste per il 2012 sulle 631 mila che ci si aspetta in tutta la penisola. A dirlo i dati che emergono dal Sistema Informativo Excelsior 2012, diffusi dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza.

Certo, non son tutte rose e fiori. Anche qui c’è un tasso di variazione occupazionale negativo, pur se solo del -0,9%, con 5.800 nuove assunzioni previste a fronte di 7.410 uscite. Ma è migliore del dato italiano (-1,1%). «Il tema del lavoro è decisivo e va di pari passo con il sostegno alle piccole e medie imprese, che devono essere supportate attraverso una serie di misure per incentivare le nuove assunzioni – commenta Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza -. Oggi l’orizzonte di riferimento per il lavoro si è però ampliato. Accanto a incentivi fiscali più favorevoli, sono perciò necessarie anche infrastrutture a sostegno della mobilità dei lavoratori, che colleghino il Paese all’Europa e al mondo».

I servizi sono il settore che meno risente della crisi: nel 2012 saranno 74 mila i nuovi assunti. Bene soprattutto quelli avanzati di supporto alle imprese, che richiederanno 5.860 posti di lavoro. Gli ambiti sociale, sanitario e di aiuto alla persona offriranno invece oltre 7.200 assunzioni. Mentre informatica e telecomunicazioni hanno in programma 3.500 nuovi contratti stabili.

In testa tra le province lombarde ci sono Varese e Sondrio, dove le imprese in cerca di nuovi candidati saranno rispettivamente il 14,8% e il 18,7%. A Milano, invece, assumeranno 6 imprese su 10.

Tanti anche i professionisti di difficile reperimento: uno su sette. In Brianza si fanno fatica a trovare in particolare fabbri, falegnami e ingegneri. Le conoscenze funzionano soprattutto nelle piccole e medie imprese, pochissimo in quelle oltre i 50 dipendenti. In regione, poi, la laurea fa la differenza più che nel resto del Paese: qui il 19,3% delle nuove assunzioni richiede il titolo accademico, mentre in Italia il dato si ferma al 14,5%, e rispetto al 2011 in Lombardia i laureati sono più richiesti del 17,5%.