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Inquinamento

Polveri sottili: uno studio sulla tossicità

I dati del Progetto Tosca, realizzato dall’Università di Milano-Bicocca e sostenuto da Fondazione Cariplo, provano una volta di più che lo smog è un importante fattore di rischio

Cristina CONTI

28 Settembre 2011
19990721-MILANO-CRO: TRAFFICO; LIMITI SU TANGENZIALI MILANO , SITUAZIONE PESANTE. E' pesante la situazione sulle tangenziali milanesi -gia' ribattezzate "il regno delle lumachine" - nel primo giorno di applicazione delle norme per l'emergenza sicurezza, che salvo ripensamenti, resteranno in vigore fino a sabato 20 novembre: limite dei 90 Km per le auto, di 50 per i mezzi pesanti, i quali devono osservare anche il divieto di sorpasso.      PINO FARINACCI/ANSA/ON

Un improvviso raffreddore, una tosse persistente o un semplice bruciore agli occhi. Sono gli effetti più visibili dello smog. Tutti dicono che l’inquinamento fa male, ma ora a provarlo ci sono i dati finali del Progetto Tosca sulla tossicità delle polveri sottili realizzato dall’Università di Milano-Bicocca, sostenuto da Fondazione Cariplo.

Secondo i ricercatori l’esposizione a elevate concentrazioni di PM10, le cosiddette polveri sottili, è un fattore di rischio per l’insorgenza o riacutizzazione di malattie respiratorie e cardiovascolari.

Gli effetti prodotti e i meccanismi di azione dipendono dalla dimensione e dalla composizione chimica e microbiologica del particolato che si respira, che cambia  nel corso dell’anno. «Questo dipende – spiega Marina Camatini professore ordinario di biologia cellulare all’Università di Milano Bicocca e coordinatrice del progetto – dalla composizione chimica delle polveri, dalle quantità relative delle diverse componenti del particolato e dalle loro dimensioni e dalle comunità batteriche presenti. Queste proprietà variano nelle stagioni e condizionano l’insorgenza di diversi possibili effetti sulla salute, quali malattie respiratorie e cardiocircolatorie».

Il particolato estivo, infatti, è ricco di batteri e peggiora le malattie respiratorie di tipo infiammatorio. Alle concentrazioni di PM10estivo, a causa della particolare composizione, corrisponde la tendenza a un aumento del numero di ricoveri ospedalieri per cause respiratorie, aumento che viene mitigato dall’uso di farmaci prescritti per queste patologie. Mentre quello invernale, ricco di particelle ultrafini, che sfuggono ai processi di difesa, produce invece modificazioni nel controllo dei meccanismi cellulari: conseguenze più evidenti sul lungo periodo, quando si è esposti a lungo e che si manifestano con problemi cronici.

Preferire i mezzi pubblici, mangiare molta frutta e verdura, evitare gli orari di punta per fare sport, arieggiare sempre la casa, aprendo le finestre alla mattina presto sono solo alcuni dei consigli utili per evitare spiacevoli conseguenze.