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Gocce di cultura

Processo a Dio

Di Christofer Hitchens – Tony Blair, Ed. Piemmeora – Milano 2012

8 Marzo 2012

Si tratta di un libretto agile, che tutti dovrebbero leggere. E’ un incontro-scontro tra due illustri polemisti.

Hitchens, morto un anno fa, sostenitore teorico dell’ateismo contemporaneo, viene comunemente definito “uno dei più lucidi e coraggiosi combattenti contro tutti i tiranni, Dio compreso”.

Tony Blair, ex primo ministro dell’Inghilterra, convertitosi al cattolicesimo alla fine del suo mandato parlamentare, è impegnato in alcune missioni umanitarie nel Terzo Mondo. Ha fondato la Tony Blair Faith Foundation e la Governance Africa, iniziative finalizzate a sostenere la politica di investimenti in alcune nazioni africane.

Hitchens riassume, nel suo intervento, le obiezioni di sempre, trite e ritrite contro l’esistenza di Dio.

Egli espone le proprie tesi con la sicurezza che gli deriva dalla ragione critica, senza però distinguere tra ciò che è suffragato dalla ragione veritativa e da ciò che invece è legato a concezioni storico-popolari.

Inoltre, non chiarisce la differenza tra linguaggio allocutivo, illocutivo, perlocutivo; anzi usa il linguaggio allocutivo con funzione perlocutiva.

Egli perpetua il pessimismo della antropologia agostiniana, sganciandolo dal contesto teologico di Agostino e proponendolo in termini riduzionistici di tipo giornalistico-scandalistico.

Nel suo orizzonte simbolico, egli è convinto, e ciò é antistorico e immotivato, che la religione è fatta per gente sempliciotta, riproponendo la vecchia concezione di una religione per intellettuali e di una religione per gente intellettualmente poco preparata.

Alcuni punti della sua esposizione stimolano la riflessione. Come mai, ad esempio, l’Oriente, patria dei monoteismi, è la terra in assoluto senza pace e tranquillità? La religione non dovrebbe essere stimolo e sostegno alla civiltà?

Tony Blair incomincia la sua riflessione in termini positivi. La religione ha spinto, a suo avviso, molti a compiere dei gesti straordinari a pro del bene comune.

Quasi la  metà, a suo dire, dell’assistenza sanitaria in Africa è portata avanti da organizzazioni confessionali, allo scopo di salvare milioni e milioni di vite umane. La stessa cosa avviene in altre parti del mondo, tipo nel Canada.

Come è possibile, commenta Blair, affermare che la religione avvelena i costumi e le usanze umane? Secondo Blair è vero il contrario.

Forse è giunto il tempo di presentare la fede, e Blair si riferisce alla fede cristiana, nella sua essenza e profondità, così da togliere una volta per sempre i pregiudizi che si continua a trasmettere sine fundamento in re.

Nella replica, Hitchens fa presente che non intende condannare la religione per principio, perché a volte essa ha avuto dei meriti positivi in fatto di civiltà; tuttavia fa notare che spesso la religione è stata ed è causa di conflitti e che i leader moderati dei monoteismi non sempre hanno svolto un ruolo di mediazione. A suo avviso, sarebbe opportuno separare la libertà religiosa da quella politica, come avviene negli Stati Uniti, che costituiscono un modello di democrazia, anche a motivo della separazione netta delle due libertà.

Per Blair, nei sistemi democratici occidentali, è già in atto la possibilità per i credenti di parlare liberamente e di sostenere pubblicamente i valori del loro credo, senza, con ciò imporre nulla a nessuno. Nel contempo egli è convinto che la leadership religiosa potrebbe, e dovrebbe, svolgere un compito importante nelle risoluzioni dei problemi e che in Medio Oriente la pace arriverà attraverso la pacificazione religiosa.. Dimostrazione ne è il caso dell’Irlanda. Comunque, esiste, a suo avviso, un legame inscindibile tra la fede e la ragione. La fede ha una sua razionalità  e stimola a vivere una vita migliore. La religione svolge un ruolo essenziale nella convivenza civile, nell’equilibrio politico, nella soluzione dei conflitti, dal momento che nelle principali religioni è fondamentale il comandamento dell’amore, che comprende anche l’amore per i nemici, l’uguaglianza e la solidarietà. Chi aveva ipotizzato la fine della religione deve ritrattare tale personale convinzione, nel senso che la storia ha dimostrato l’esatto contrario.