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Gallarate

Ristoro del buon samaritano per 50 poveri della città

In funzione tutti i giorni dell'anno, offre un pasto caldo a barboni, senza tetto, stranieri di passaggio e senza fissa dimora

Maria Teresa ANTOGNAZZA Redazione

22 Giugno 2009

Un posto a tavola per i poveri della città. L’invito, nei primissimi giorni di quest’anno, è arrivato dalle dieci parrocchie di Gallarate, che si sono messe insieme per dar vita a un progetto ambizioso, capace di rispondere a una delle maggiori sfide sociali: aprire una mensa dei poveri, in funzione tutti i giorni dell’anno, per offrire un pasto caldo a barboni, senza tetto, stranieri di passaggio e senza fissa dimora. Cinquanta circa gli ospiti abituali e i pasti serviti al “Ristoro del buon samaritano”, aperto tutti i giorni, sabato compreso, dalle 11.30 alle 14. Là dove, fino a pochi mesi fa, c’era una nota trattoria, proprio sotto la casa del prevosto, in corso Italia 1, in ambienti di proprietà della Chiesa, la mensa dei poveri è frutto dell’accordo e della collaborazione di tutte le parrocchie della città, che hanno costituito ufficialmente un’associazione a scopo benefico.
«Dare un pasto caldo ai poveri del nostro territorio – spiega il prevosto monsignor Carnevali – è una delle principali emergenze sociali con cui Gallarate deve confrontarsi. Ce ne accorgiamo nelle nostre parrocchie, visto il gran numero di persone che ogni giorno bussa alle porte della chiesa in cerca di aiuto. Grazie alla convenzione con il Comune, abbiamo la possibilità di offrire ogni giorno un pasto completo; lo prepareranno le mense scolastiche. Dovremo solo provvedere autonomamente nel mese di agosto».
Almeno un centinaio i volontari delle varie parrocchie coinvolti nella gestione quotidiana del servizio. La nuova mensa funziona a stretto contatto con la Casa della carità, che sorge proprio nelle vicinanze del nuovo Ristoro, altra importante presenza di carità della Chiesa gallaratese, aperta un paio d’anni fa. «Per tenere sotto controllo la gestione della mensa – dice Carnevali – abbiamo deciso di invitare la gente che chiede aiuto per il cibo a passare prima dalla Casa della carità per ritirare un buono mensa».
Essa rappresenta, dunque, il vero e proprio centro di smistamento e di organizzazione di tutte le opere di solidarietà verso i bisognosi della città frutto della condivisione dell’intero decanato. Qui la Caritas è attiva e sensibile alle esigenze delle fasce più deboli del tessuto sociale a alle diverse forme di vecchie e nuove povertà attraverso il lavoro costante di cinque Centri di ascolto. Insieme alla nuova opportunità dei pasti, i poveri continueranno ad avere a disposizione tutte le altre forme di solidarietà presenti sul territorio, con la distribuzione dei viveri e dei generi di prima necessità organizzata nelle varie parrocchie, dal Banco alimentare all’associazione Arca. «Questo perché non vogliamo fare puro assistenzialismo – precisa Carnevali -; l’obiettivo resta che le persone acquistino una progressiva autonomia e riescano, con le proprie forze e contando sul nostro sostegno, a venir fuori dall’attuale condizione di bisogno».