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22 giugno

Scola nel “cortile educativo” di Gavirate

Così definisce l’oratorio don Andrea Gariboldi, vicario della Comunità pastorale nella quale l’Arcivescovo incontrerà i ragazzi del Decanato di Besozzo impegnati nelle attività estive

di Cristina CONTI

18 Giugno 2016

Mercoledì 22 giugno il cardinale Angelo Scola si recherà a Gavirate (Varese), dove alle 15 incontrerà i ragazzi degli oratori del Decanato di Besozzo. «L’Arcivescovo è già venuto nei mesi scorsi nel nostro Decanato per la Visita pastorale. Ci sembrava bello fare un incontro anche con la realtà degli oratori e della pastorale giovanile, così da rendere la visita completa», spiega don Andrea Gariboldi, vicario parrocchiale della Comunità pastorale SS. Trinità di Gavirate.

Come siete organizzati nei vostri oratori?
Il Decanato di Besozzo vive una realtà di Comunità pastorali e gli oratori seguono questo cammino. A Gavirate, per esempio, ci sono quattro parrocchie con quattro oratori estivi: due giorni alla settimana organizziamo momenti insieme. Al martedì facciamo una giornata congiuntamente e al giovedì una gita. Cerchiamo di alternare sempre momenti comunitari per adolescenti e giovani ad altri parrocchiali.

Quali attività proponete?
Durante l’anno ci sono i percorsi di iniziazione cristiana e quelli per preadolescenti e adolescenti, mentre i giovani si incontrano a livello di Comunità pastorale. La catechesi parrocchiale arriva fino alla seconda media, poi si inizia un percorso comunitario. In estate l’oratorio estivo dura cinque settimane e al termine ci sono le vacanze comunitarie per i ragazzi di elementari, medie e adolescenti, e quest’anno anche la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. La partecipazione è buona pure per le superiori, di solito l’età più complicata: circa 80 ragazzi fanno un percorso di comunità cristiana e durante l’oratorio estivo 135 animatori su quattro parrocchie accolgono gli altri ragazzi che vogliono condividere lo spirito di servizio. A giugno a Gavirate organizziamo anche alcune serate dedicate a chi frequenta le superiori, che prevedono tornei di calcio, pallavolo e basket: lo chiamiamo “Giugno sportivo” e a questi momenti si alternano anche incontri culturali (quest’anno per esempio ospiteremo il giornalista Andrea Tornielli, autore di un libro sul Papa), concerti, spettacoli teatrali, cene insieme. Lo sport è un modo per aggregare e per educare: con queste iniziative si raggiungono molti ragazzi che non frequentano durante il giorno.

Quali difficoltà incontrano oggi i ragazzi?
Per i bambini in particolare l’oratorio è importante perché oggi si fatica a giocare insieme. È giusto che i ragazzi imparino a rispettare le regole, a pensare agli altri e non solo a loro stessi, a gestire la sconfitta. Durante l’anno sono poco abituati a stare nei cortili, come accadeva un tempo. L’oratorio è un “cortile educativo”. Oggi la scuola è più concentrata sulla tecnica dell’insegnamento, le famiglie sono molto impegnate, soprattutto in un territorio come il nostro, dove per lavorare bisogna spostarsi su lunghe distanze, i ragazzi stanno spesso soli o con i nonni. In oratorio viene data un’educazione integrale, si impara a stare insieme e a giocare con gli altri. È una comunità che cresce. Da noi, poi, sono integrati anche bambini musulmani che partecipano alle attività proposte anche se provengono dalla comunità cristiana.