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Milano

Scola sull’accoglienza: «Sì ad aprire le porte delle parrocchie, ma la politica
faccia la sua parte»

L’Arcivescovo, dopo aver ascoltato in piazza Duomo l’Angelus con l’appello del Papa all’accoglienza, ribadisce l’impegno della Chiesa di Milano per una «accoglienza diffusa»

di Annamaria BRACCINI

6 Settembre 2015

«La Chiesa di Milano si apre all’appello del Papa con quella che abbiamo chiamato l’ “accoglienza diffusa”, pensando all’inserimento di una famiglia – o, comunque di quattro o cinque persone – in ogni parrocchia, realtà religiosa e in eventuali strutture dimesse».

A dirlo è il cardinale Scola, al termine della Messa per la Giornata del Creato, pochi minuti dopo aver ascoltato, in diretta, con i fedeli in piazza del Duomo, l’Angelus di papa Francesco e il suo invito, rivolto alla Chiesa di Roma, a tutte quelle europee e ai confratelli Vescovi, per aprire ogni porta possibile ai profughi e ai rifugiati e perché ciascuna parrocchia offra degli spazi. Una scelta che l’Arcivescovo stesso ha indicato ai parroci ambrosiani e che ha portato, in questi giorni, ad aprire sei nuove strutture che accolgono in totale centotrenta profughi, oltre i 781 posti già messi a disposizione.

«La nostra Diocesi è già impegnata in questo tipo di accoglienza, gestita dalla Caritas e fatta con ordine e nel rispetto delle persone. Mi sembra che il Papa, con la sua ben nota concretezza, anche oggi sia stato moto efficace e credo che le conseguenze si vedranno», spiega. Conseguenze che non possono non riguardare anche la politica: «Mi auguro che le si veda anche nello sforzo che i politici stanno facendo perché tocca a loro, in ultima analisi, regolare questo fenomeno che non è più di emergenza, ma che sarà sempre più strutturale negli anni e nei decenni a venire. In particolare, per quanto riguarda l’Italia, mi sembra molto importante che – se è il caso – si rivedano anche leggi e regolamenti in modo da facilitare tutte le pratiche per l’eventuale riconoscimento dell’asilo politico e si trovino anche forme per chiedere un lavoro volontario che, senza nulla togliere agli italiani, dia la possibilità a questi nostri ospiti di mostrare fino in fondo la loro dignità. Vederli tutto il giorno bloccati, certamente, non fa bene né a loro né a noi».

Un auspicio – questo – più volte ripetuto dal Cardinale ed emerso anche dall’Assemblea plenaria dei Decani della Diocesi di Milano, svoltasi pochi giorni fa.

Infine, il pensiero è all’Europa e agli organismi internazionali che paiono, attualmente, del tutto impotenti. «Occorre che realmente l’Europa costringa tutti gli Stati, attraverso l’Onu, a varare una politica dell’immigrazione che sia davvero tale, perché il fenomeno non riguarda solo l’Europa. Penso che questa sia una strada decisiva per un mondo più pacificato».

 

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