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Seminario

«Seveso continuerà
a essere una casa viva»

Il Moderator Curiae monsignor Bruno Marinoni illustra quale sarà il futuro della sede di San Pietro, che la comunità del Biennio teologico lascerà a settembre

di Ylenia SPINELLI

31 Marzo 2013

«Seveso, anche senza i seminaristi, continuerà ad essere una casa viva, anzi ci auguriamo possa diventare ancora più viva e aperta alla Diocesi e al territorio». Parola di monsignor Bruno Marinoni, Moderator Curiae, che spiega cosa bolle in pentola da mesi per utilizzare al meglio la struttura che la comunità del Biennio teologico lascerà a settembre e che sorge, insieme al santuario, sul luogo del martirio di Pietro da Verona, il predicatore domenicano ucciso nel 1252.

Monsignor Marinoni, che ne sarà dunque di una struttura ricca di storia e devozione come quella del Seminario di Seveso?
Stiamo progettando un Centro di pastorale, cioè di formazione per operatori pastorali. Ci sarà un ente diocesano, il Centro Ambrosiano, che gestirà questa nuova realtà che è ancora tutta da costruire. Il Seminario dovrebbe dare la struttura di Seveso in comodato d’uso almeno in parte, perché nello stabile saranno presenti anche alcune realtà legate propriamente al Seminario: la Formazione permanente del clero, il Diaconato permanente, gli psicologi e l’eventuale Seminario minore.

I responsabili della struttura sono già stati nominati?
È stato nominato il Consiglio di Amministrazione, poi ci saranno tutte le nomine legate all’ente. Dopo Pasqua ci sarà il passaggio della struttura e poi una seconda fase che vedrà coinvolti tutti gli uffici di Curia di pastorale per la progettazione degli aspetti formativi che riguardano la Diocesi. Da settembre, poi, dovrebbe cominciare la gestione vera e propria.

Non si rischia un doppione con Villa Sacro Cuore a Triuggio?
No, la struttura di Triuggio è più legata all’aspetto spirituale, questa di Seveso riguarderà la formazione per operatori pastorali. Certo, sappiamo che ci sono anche altre realtà diocesane, come pure Villa Cagnola a Gazzada, che operano sulla formazione, con le quali non vogliamo entrare in conflitto. Bisognerà trovare una forma adeguata che da un lato affronti il tema della formazione degli operatori pastorali e dall’altra dia un servizio complessivo alla Diocesi anche attraverso le attività già presenti.

La struttura è grande: verrà utilizzata tutta?
Verranno incentivare quelle attività che venivano fatte all’esterno degli spazi diocesani, sullo sviluppo è ancora tutto da pensare, perché a Seveso abbiamo un potenziale incredibile. Presumibilmente questa struttura verrà utilizzata a pieno, ma ci vorrà del tempo per entrare a regime. In questo progetto verranno coinvolti diversi soggetti diocesani con responsabilità formative. Ci sarà un doppio livello, quello organizzativo che verrà gestito direttamente dal Centro Ambrosiano, che sarà il braccio operativo, mentre la progettazione spetterà ai Vicari episcopali di settore, monsignor Pierantonio Tremolada e monsignor Luca Bressan, insieme con gli uffici di pastorale.

Bisognerà trovare i fondi per gestire la struttura?
Sicuramente all’inizio sarà una gestione che andrà rodata; il nostro ideale è che questa struttura abbia un’autonomia con attività eventualmente collaterali, ma la priorità è l’aspetto formativo anche per non snaturare la struttura del Seminario di Seveso.

Saranno necessari interventi di ristrutturazione?
No, la struttura è nuova e funzionale, esiste già una mensa, un foyer; l’unico punto di domanda è come utilizzare al meglio tutte le camere, perché non tutta la formazione sarà residenziale, anzi la maggior parte sarà fatta in giornata.

Il Seminario cederà tutta la struttura o ci sarà una parte in affitto?
Siccome si sviluppa attorno a un quadriportico difficilmente sezionabile, in questo momento l’idea è di non dare nessuna parte in affitto, la struttura dovrebbe essere gestita totalmente dal Centro Ambrosiano.

Dunque continuerà a essere una casa viva?
Sì, la progettazione che inizierà dopo Pasqua dovrebbe far partire immediatamente questa struttura. Ci sarà una piccola comunità residente fissa (la Formazione permanente, il responsabile del Centro Ambrosiano…) che sarà il cuore di tutto il centro, poi gli spazi utilizzati per le varie attività formative della Diocesi. Già da giugno- luglio vorremmo fare un  lancio di questo nuovo centro, con alcuni appuntamenti e possibilità per le parrocchie, così che tutte possano gravitare dal punto di vista della formazione pastorale attorno a Seveso.

E i dipendenti del Seminario potranno continuare a lavorare lì?
Non avendo più una così grossa comunità residente, le esigenze saranno diverse. È chiaro che la nostra prospettiva e quella del Seminario è di non lasciare a casa nessuno, specie in questo momento difficile.