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Sport e vita cristiana: per un momento di catechesi

16 Dicembre 2003

Per te, giovane,
che vuoi vivere da credente nello Sport

Una delle affermazioni più sorprendenti del Concilio Vaticano II dice così: “Chi segue Cristo, l’uomo perfetto, diviene lui pure più uomo” (GS 41), cioè veramente uomo! E il Papa aggiunge: “Incontrando Cristo ogni uomo scopre il mistero della propria vita; e, nella prospettiva di essere divinizzato, gli viene offerto di essere più uomo!” (IM, 2).

Io credo che ogni giovane cerchi la RIUSCITA nella vita, e abbia la voglia sincera – al di là degli slogans e delle mode – di cercare come si possa diventare VERAMENTE UOMO, anzi PIU’ UOMO!

Gesù di Nazaret – lo sappiamo bene dalla storia – è il primo uomo realmente riuscito nella vita, fino ad essere il primo ad aver scavalcato anche la morte. Abbiamo appena celebrato il Giubileo, il compleanno di questo uomo che, risorto e vivo, ha oggi duemila anni!

Forse davvero ha qualcosa di interessante da offrirci. Vale la pena di cominciare da qui col domandarci: che c’entra Cristo con la mia vita? E in particolare la mia vita di quando faccio sport?

Per una persona che fa dello sport, tre fondamentalmente sono le prospettive che si aprono nell’incontro con Cristo.

Il corpo La fraternità Il senso del tutto

Porsi davanti a Cristo, per uno sportivo significa saper rispondere, dentro e al di là del gioco, alla domanda sul senso ultimo dei propri bisogni, dei propri interessi, della propria insopprimibile voglia di vita e di felicità .., e conseguentemente incontrare Chi si presenta come l’unico capace di dare risposte definitive (cfr. Gv 6,68-69).