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Economia

Stretta creditizia,
emergenza per le imprese

Negli ultimi tre mesi una su dieci non è riuscita a ottenere credito, oppure l’ha ottenuto in modo parziale: i dati di una ricerca Camera di Commercio - Ispo

di Cristina CONTI

23 Marzo 2012

Imprese preoccupate per la stretta sul credito: lo dicono i dati presentati da una ricerca dell’Ufficio studi della Camera di Commercio di Milano in collaborazione con l’Ispo (Istituto per gli studi sulla pubblica opinione).

Il 75% delle imprese è molto preoccupato o allarmato. Il 25% ha un timore moderato. Un’attività su dieci non è riuscita a ottenere credito negli ultimi tre mesi, oppure l’ha ottenuto in modo parziale, perché non aveva abbastanza garanzie o a causa di una situazione aziendale compromessa. «La stretta creditizia è diventata un’emergenza per le piccole e medie imprese e di conseguenza per l’economia italiana, entrata in recessione – dichiara Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano e presidente del Consorzio camerale per il Credito e la Finanza -. È urgente dare ossigeno al sistema imprenditoriale per ritornare a vedere la luce della crescita».

Proprio per questo motivo la Camera di Commercio sta realizzando una raccolta fondi per favorire l’accesso al credito alle imprese impegnate sul fronte dell’internazionalizzazione, attraverso una sessione speciale del Fondo Centrale di Garanzia. L’obiettivo è quello di partire con una raccolta di 20 milioni di euro grazie ai quali sarà possibile attivare, attraverso il Fondo Centrale di Garanzia e i Confidi, circa un miliardo di euro di finanziamenti bancari. «Si è verificato uno scollamento tra le strategie di mercato delle banche e le esigenze finanziarie degli imprenditori – sottolinea Paolo Galassi, presidente di Confapi Milano -. Chi ha cercato di resistere si è spesso scontrato con modelli di intervento e investimento degli istituti di credito più orientati al grande capitale e alle grandi compagnie».

Perché la situazione del credito possa ritornare alla normalità, comunque, ci vorrà del tempo. «Bisognerà aspettare almeno fino alla fine dell’anno: è necessario che le banche facciano i conti con la nuova normativa Basilea III, che impone nuove regole per gli scambi di denaro – rileva il professor Gianfranco Forte, docente di Banking and Finance all’Università Bicocca di Milano -. È importante poi che torni la fiducia nell’economia reale. I mercati ora stanno iniziando a dare segnali positivi. Ormai lo spread ha iniziato a scendere in modo consistente. Ma, com’è avvenuto all’inizio della crisi, quello che accade nei mercati negli scambi reali si vede solo dopo lungo periodo».