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V edizione di ifeelCUD

Tra i vincitori del concorso nazionale ifeelCUD 2015, la diocesi ambrosiana c’è.

Sono stati pubblicati i nomi dei vincitori del concorso nazionale ifeelCUD 2015. All'ottavo posto della classifica generale si è piazzata la parrocchia di S. Filippo Neri in Milano che ha ricevuto un premio di € 1.000 (avendo raccolto 30 moduli CU) per il progetto «Insieme siamo un dono». La proposta intende raggiungere le persone anziane del quartiere riscoprendo lo spirito della vecchia “corte”, ritrovando così il coraggio della solidarietà.

di Massimo Pavanello

24 Luglio 2015

Parrocchia S. Filippo Neri

All’ottavo posto della classifica generale si è piazzata la parrocchia S. Filippo Neri di Milano che ha ricevuto un premio di € 1.000 (avendo raccolto 30 moduli CU) per il progetto «Insieme siamo un dono».

La giuria ha lavorato non poco per valutare le proposte pervenute. E dopo aver selezionato quelle più aderenti ai criteri del regolamento (utilità sociale dell’idea, capacità di dare risposta a bisogni individuali e/o collettivi della comunità e creazione di nuovi posti di lavoro) i progetti sono stati ordinati in base alle schede CU (ex CUD) raccolte. L’eccellenza delle proposte è quindi fuori di dubbio e paritaria. Qualcuno è riuscito, più di altri, a raccogliere però un maggiore numero di modelli di dichiarazioni dei redditi. Il primo classificato (S. Francesco di Paola di Scafati, per il progetto denominato «La Casa di Francesco. Dove mangiare, dormire, lavarsi»), ad esempio, ha vinto € 15.000 a fronte di una raccolta di 1.256 CU.

La V edizione di ifeelCUD si è svolta dal 1° marzo al 30 maggio 2015; per partecipare bastava ideare un progetto, creare una squadra e iscriversi online sul sito www.ifeelcud.it in accordo con il proprio parroco. La finalità sociale del concorso è caratterizzata anche dalla richiesta di raccogliere le schede allegate al modello CU (almeno 30) per la scelta dell’8xmille tra le persone esonerate dalla dichiarazione dei redditi, offrendo in tal modo un aiuto concreto soprattutto agli anziani della propria parrocchia.

 

Il progetto vincitore

Il progetto milanese riguarda il quartiere Bovisasca, formato da caseggiati popolari sorti negli anni 60/70 e abitato da una popolazione (anziana per il 70%) di circa 7000 persone con 2600 famiglie.

Oltre a mantenere le attività finora svolte, «Insieme siamo un dono» intende raggiungere con una azione capillare le persone del quartiere riscoprendo lo spirito della vecchia “corte”, per far rinascere la mentalità di “buon vicinato” e ritrovare così il coraggio della solidarietà.

Tra le iniziative vi sono la creazione di gruppi di solidarietà per caseggiato, anche attraverso la  sensibilizzazione degli amministratori degli stabili; l’inserimento di un assistente di quartiere, in possesso di certificato OSS, e di una badante di quartiere che seguano congiuntamente circa 15 persone.

L’obiettivo è quello di coordinare – con una verifica quindicinale – i servizi svolti da enti pubblici, associazioni di quartiere, enti privati, enti caritativi, medici di base.

Le novità si innestano su una rete di prossimità, già viva, di circa 180 volontari. Il punto di riferimento stabile e giornaliero è un salone di 150 metri quadrati. Ogni giorno i volontari lì aggregano famiglie ed erogano servizi.

 

Gli Enti coinvolti

La singolarità del progetto sopra evocato e le specificità dei servizi emergono anche solo dalla semplice elencazione dei soggetti partecipanti. Ciascuno presente col proprio ruolo distintivo. Tra gli altri, vi sono: i volontari della associazione “Locanda di Gerico” che coordinano il progetto; il  patronato Acli; il sindacato Sicet; i volontari dell’associazione “cittadini della Bovisasca”; alcuni ex artigiani che garantiscono la loro presenza sia per fare piccoli interventi domestici che di controllo del lavoro e della richiesta di pagamento degli interventi; la Parrocchia San Filippo Neri (Caritas e centro di ascolto); l’Istituto Suore Poverelle di Bergamo.

 

L’anno prossimo

Il concorso nazionale promosso dal Sovvenire è confermato pure per l’anno prossimo. L’auspicio è che sempre più soggetti, anche ambrosiani, vi partecipino. Lo sforzo è minimo. Il risultato invece si manifesterà comunque sopra le aspettative sia in ordine al coinvolgimento della comunità sia, perché no?, in ordine al raggiungimento di un buon posto in classifica.