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Bresso

Un milione nell’oasi verde,
il Parco Nord ha superato l’esame

A evento concluso, la soddisfazione di Tomaso Colombo, addetto stampa del Consorzio dei Comuni che gestisce l’area protetta

di Francesco CHIAVARINI

17 Giugno 2012

La Festa delle Testimonianze, sabato 2 giugno, e la Santa Messa, domenica 3 giugno – i due momenti con la massima affluenza di pubblico del VII Incontro mondiale delle Famiglie – non si sono svolte in un luogo qualsiasi, ma all’interno di un parco: 640 ettari di prati e boschi circondati dai palazzi di Bresso e dell’hinterland milanese.

Il Parco Nord di Milano è un’oasi di verde, strappata a fatica dall’ondata di cemento che il boom economico negli anni Sessanta, insieme al benessere, riversò su questo lembo di territorio, modificandone per sempre il volto. Un posto raro nella giungla di asfalto della periferia milanese e un ecosistema naturale che in una delle zone più urbanizzate della Lombardia si regge su un delicato equilibrio. Scegliere di collocare qui un raduno internazionale di grandi proporzioni non è stata una decisione facile. «Ospitare un evento così importante è stato un grande onore. Ma all’inizio temevamo che la pressione del milione di pellegrini attesi potesse mettere a repentaglio soprattutto le zone più fragili. A evento concluso, possiamo dire che il Parco ha superato brillantemente la prova», assicura Tomaso Colombo, addetto stampa del Consorzio dei Comuni che gestisce l’area protetta. Anche coloro che hanno scelto di fermarsi nella notte tra sabato e domenica hanno dimostrato un’attenzione e uno spirito di collaborazione fuori dall’ordinario: sono rimasti all’interno dei confini dell’aeroporto di Bresso e nei settori che erano stati individuati. I volontari raccontano che quando hanno chiesto a qualche gruppo dei campeggiatori di spostarsi, non si sono levate proteste o contestazioni.

La stragrande maggioranza dei fedeli, invece, è arrivata al Parco la domenica mattina, lungo i dieci percorsi pedonali, che collegavano le porte di accesso del parco, in corrispondenza delle fermate delle metropolitana e delle stazioni ferroviarie. Chi si trovava a quell’ora nella zona è rimasto impressionato dall’ordine con cui i fedeli si muovevano fra le transenne che delimitavano i tracciati. Già alle sette della mattina, quindi tre ore prima dell’inizio della celebrazione eucaristica, gruppetti, in fila, sciamavano con estrema calma verso il pratone di Bresso.

Con la stessa disciplinata facilità è avvenuto anche il percorso contrario, quello verso casa, al termine della Messa. «Si è svolto senza problemi, nel pieno rispetto delle aree di salvaguardia più pregiate e delicate, persino il deflusso, il momento più delicato, perché finita la funzione, la gente ha lasciato l’area in un periodo di tempo breve e dunque la gran massa di pellegrini si è mossa quasi contemporaneamente», commenta Colombo.

Qualche osservatore ha utilizzato l’aggettivo «teutonico» per descrivere la disciplina dei pellegrini. Certamente la gente che è arrivata a Bresso nei due giorni clou del VII Incontro mondiale delle famiglie ha mostrato un senso civico non sempre scontato a queste latitudini. Tra i tanti, un dato più di altri dà la misura: la quantità di rifiuti. L’Amsa, la società incaricata, ha dichiarato di averne raccolti addirittura meno di una domenica qualsiasi. «Un risultato che ci ha stupiti», ammette Colombo.

A conti fatti, dunque, non solo l’evento è diventata una straordinaria occasione per il Parco di farsi conoscere, ma il Parco stesso si è dimostrato la cornice migliore per ospitare la conclusione dell’Incontro. Attraversare un bosco, nel silenzio di una mattina di giugno, poteva essere un’anteprima perfetta per una grande celebrazione, che nonostante le colossali dimensioni, voleva essere soprattutto un momento di raccolta e intensa preghiera. Non era scontato che andasse così, ma questo è quello che è successo.

Meglio di altri lo spiega Michele, «un nonno di 69 anni», che nella mail, inviata alla Fondazione Milano Famiglie 2012, rievocando quella giornata, tra i tanti particolare che poteva sottolineare, si sofferma su un dettaglio: «Erano anni che non passeggiavo in un parco alle sette del mattino». Camminare tra la natura che si risveglia, prima di raccogliersi in preghiera, invece che attraversare nel traffico un’anonima periferia urbana ha fatto la differenza. Anche queste emozioni hanno contributo a rendere le giornate dell’Incontro straordinarie per molti.