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Nuove norme: 11 ore di pausa tra un turno e l'altro

Pochi infermieri e supersfruttati

Orari di lavoro e pause devono essere rispettati, altrimenti piovono multe. E salate. «Il 42 per cento degli errori medici si verificano per sovraccarico di lavoro, stress e affaticamento», sottolinea l'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Assr). Sono 11 le ore di pausa tra un turno e l'altro che il personale infermieristico deve fare. Una decisione voluta dall'Unione europea ed entrata in vigore in questi giorni con una circolare dell'assessorato alla Sanità. Ma il problema maggiore è la stagione. Personale che va in ferie e malati che aumentano a causa delle ondate di caldo.

di Cristina Conti

21 Luglio 2010

Nuove norme per il lavoro degli infermieri ed è subito polemica. Orari di lavoro e pause devono essere rispettati, altrimenti piovono multe. E salate. «Il 42 per cento degli errori medici si verificano per sovraccarico di lavoro, stress e affaticamento», sottolinea l’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Assr).

Sono 11 le ore di pausa tra un turno e l’altro che il personale infermieristico deve fare. Una decisione voluta dall’Unione europea ed entrata in vigore in questi giorni con una circolare dell’assessorato alla Sanità. Uno studio pubblicato dalla Federazione nazionale degli infermieri (Ipasvi) conferma che è apprezzato il turno pomeriggio, mattina, notte accompagnato da 72 ore di riposo.

I controlli sono iniziati dall’ospedale di Saronno e subito è arrivata la sanzione: multe salatissime per le pause saltate. Così ovunque si è imposto un giro di vite. Riunioni tra dipendenti e dirigenti, incontri tra sindacati e vertici aziendali per stabilire come affrontare la situazione e far fronte alle richieste dell’utenza.

La Cisl ha chiesto un incontro con il Pirellone. «Il problema entra nel merito di dotazioni organiche e carichi di lavoro. E’ necessario intervenire prima che gli ospedali impongano soluzioni tecnico-organizzative con ordini di servizio», spiega Emilio Didone, responsabile sanità per la Cisl. Ma si dice comunque d’accordo sulla necessità del provvedimento. «Il risposo è fondamentale anche a tutela dei pazienti: chi è stanco, infatti, cura male».

I numeri dell’assistenza in Lombardia parlano chiaro: ci sono pochi infermieri, rispetto al gran numero di malati. Al Niguarda i posti letto sono 1230 e il personale infermieristico è di 1554 unità, al Policlinico le cifre sono 801 e 1256, al Fatebenefratelli siamo a quota 408 e 761, al San Paolo 523 e 585, mentre al San Carlo 637 e 752.

Ma il problema maggiore è la stagione. Personale che va in ferie e malati che aumentano a causa delle ondate di caldo. «E’ pronta una nuova turistica, ma è importante un incontro delle parti in Regione. Intanto dobbiamo verificare se serviranno più risorse. E di certo sarà difficile adeguarsi alla norma durante i mesi estivi», precisa Danilo Gariboldi, direttore sanitario dell’Ospedale San Paolo.