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Letture Rito Ambrosiano

Sir 28,1-7; Sal 33; Mc 7,31-37

8 Febbraio 2011

Martedi, 8 Febbraio 2011 – s. Girolamo Emiliani LETTURA Lettura del libro del Siracide 28, 1-7 Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, / il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. / Perdona l’offesa al tuo prossimo / e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. / Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, / come può chiedere la guarigione al Signore? / Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, / come può supplicare per i propri peccati? / Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, / chi espierà per i suoi peccati? / Ricòrdati della fine e smetti di odiare, / della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. / Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, / ricorda l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui. SALMO Sal 33(34) Rit.: Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene? Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace. ® Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto. Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo. Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce. Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti. ® Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore. Custodisce tutte le sue ossa: neppure uno sarà spezzato. Il male fa morire il malvagio e chi odia il giusto sarà condannato. Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. ® VANGELO Lettura del Vangelo secondo Marco 7, 31-37 In quel tempo. Uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, il Signore Gesù venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».