Almanacco liturgico Il Santo del giorno Il Vangelo di oggi Agenda dell'Arcivescovo
Link: https://www.chiesadimilano.it/almanacco/santo-del-giorno/venerdi-settimana-della-iv-domenica-dopo-pentecoste-113685.html
Share

Il santo del giorno

Venerdi, Settimana della IV domenica dopo Pentecoste

San Guglielmo di Montevergine, abate (XII secolo)

25 Giugno 2010

  Santo molto popolare nel Mezzogiorno d’Italia in quanto fondatore del Santuario della Madonna di Montevergine al quale salgono ogni anno migliaia di pellegrini. Nato a Vercelli, in Piemonte, dopo una giovinezza vissuta in solitudine e penitenza in vari luoghi, Guglielmo giunse sui monti intorno ad Avellino non per stabilirsi lì, ma per farvi una tappa nel suo pellegrinaggio verso la Terra Santa. Essendosi frapposte insormontabili difficoltà a proseguire il suo cammino, si fermò nel Regno di Napoli, e spostandosi in luoghi sempre più isolati e inaccessibili giunse infine sulla cima del Monte Partenio. Lì, presso le rovine di un tempio della dea pagana Cibele, era sorta una piccola cappella dedicata a Maria Vergine; presso questa cappella san Guglielmo stabilì la sua dimora. Presto la sua fama si diffuse nella zona e molti accorsero a visitare il santo anacoreta. Attorno a lui, sul Monte della Vergine, si formò una comunità di cercatori di Dio, ai quali Guglielmo dette una Regola di vita ispirandosi alla Regula monasteriorum di san Benedetto. La Congregazione dei Monaci di Montevergine si diffuse rapidamente nell’Italia meridionale. San Guglielmo dovette così lasciare la solitudine del monte selvoso per seguire la nuova missione di fondatore, nel corso della quale morì, nell’anno 1142. Lo stesso giorno si celebra la memoria di san Massimo di Torino, pastore (IV-V sec.). E’ ricordato come il primo vescovo della chiesa torinese. Dedicò la sua azione pastorale a purificare da ogni residuo pagano la prassi dei cristiani e a diffondere anche nelle campagne il messaggio evangelico. Assiduo lettore delle Scritture, in contatto con i grandi Padri del suo tempo, affinò una grande sensibilità liturgica, che gli permise di lasciare alla Chiesa interpretazioni profonde e originali del culto cristiano. Morì tra il 408 e il 423.