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Società

Giovani, apparire oppure essere?

La grande sfida delle nuove tecnologie informatiche che propongono diverse modalità di socializzazione "virtuale"

Andrea CASAVECCHIA Redazione

29 Maggio 2009

«Questo sito è dedicato agli italiani che desiderano entrare nell’affascinante mondo… in cui chiunque può vivere la sua seconda vita all’interno di un ambiente libero e costruito dagli stessi utenti che ne fanno parte». Con questa breve introduzione si presenta uno dei portali di accesso più famosi e più frequentati dai giovani al web 2.0, ovvero quella modalità di Internet che promuove un’alta frequentazione tra sito e utenti e modalità diverse di socializzazione.
In modo molto semplice, quasi banale, si può notare come Internet non sia solo un mezzo di comunicazione e di informazione, ma sia diventato un luogo di incontro e un luogo di costruzione della propria immagine. I giovani, che hanno un’agilità e una familiarità spontanea verso questa «innovazione tecnologica», più degli altri possono intuirne le potenzialità e contemporaneamente anche essere soggetti ai rischi che derivano dalla relazione con questo new media.
Attraversando i diversi luoghi del mondo virtuale, si rimane colpiti per esempio dalla capacità dei giovani di connettere gli strumenti diversi a loro disposizione per manifestare il proprio messaggio: è facile vedere una frase accompagnata da un piccolo video commentato, legato magari a un link che indica un evento al quale si parteciperà o si è già partecipato. Un’altra caratteristica che appare è quella del racconto delle proprie sensazioni o di brevi commenti a esperienze vissute, comunicate attraverso note pubblicate su blog personali. «Questo sito è dedicato agli italiani che desiderano entrare nell’affascinante mondo… in cui chiunque può vivere la sua seconda vita all’interno di un ambiente libero e costruito dagli stessi utenti che ne fanno parte». Con questa breve introduzione si presenta uno dei portali di accesso più famosi e più frequentati dai giovani al web 2.0, ovvero quella modalità di Internet che promuove un’alta frequentazione tra sito e utenti e modalità diverse di socializzazione.In modo molto semplice, quasi banale, si può notare come Internet non sia solo un mezzo di comunicazione e di informazione, ma sia diventato un luogo di incontro e un luogo di costruzione della propria immagine. I giovani, che hanno un’agilità e una familiarità spontanea verso questa «innovazione tecnologica», più degli altri possono intuirne le potenzialità e contemporaneamente anche essere soggetti ai rischi che derivano dalla relazione con questo new media.Attraversando i diversi luoghi del mondo virtuale, si rimane colpiti per esempio dalla capacità dei giovani di connettere gli strumenti diversi a loro disposizione per manifestare il proprio messaggio: è facile vedere una frase accompagnata da un piccolo video commentato, legato magari a un link che indica un evento al quale si parteciperà o si è già partecipato. Un’altra caratteristica che appare è quella del racconto delle proprie sensazioni o di brevi commenti a esperienze vissute, comunicate attraverso note pubblicate su blog personali. Problemi e limiti In un certo senso si creano “micro-comunità” nel mondo virtuale che si scambiano emozioni, suggerimenti o che semplicemente cercano di condividere ricordi. E qui nasce un primo problema: la spaccatura tra quanti sono dotati di connessione e quanti ne rimangono esclusi e sommano al digital divide una marginalità relazionale, perché sono fuori da un circuito comunicativo.Un altro limite che si manifesta con le relazioni nel web 2.0 si realizza poi nella tentazione di fuga dalla realtà, che parte dalla mancanza di coraggio di comunicare personalmente una cattiva notizia a un amico e, quindi, affidarla a un “messaggino” e arriva fino a quei giovani che si accomodano e si interfacciano solo tramite le finestre dello schermo di un pc, finendo per isolarsi o costruire un’identità parziale immaginata a tavolino, come quella suggerita da Second Life, ma poco vissuta nella propria carne.Così, se da una parte occorre rimuovere gli ostacoli affinché tutti siano in grado di disporre di un accesso al web, dall’altra, come per ogni tipo di relazione, anche quelle virtuali vanno curate ed educate perché si eviti di cadere nell’ambiguità. Così risultano estremamente significative le parole di Benedetto XVI, che nel suo messaggio per la XLIII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ricorda come «il dialogo deve essere radicato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per realizzare la promozione dello sviluppo nella comprensione e nella tolleranza. La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze: è piuttosto ricerca del vero, del bene e del bello».