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Pastorale giovanile

Laboratori, cinque percorsi per “imparare” la fede

Quest'anno si punta sull'aspetto spirituale, ma non mancano quelli su "Noi e l'Islam" e su temi etici come vita, eutanasia, cure palliative

di Luisa BOVE Redazione

29 Ottobre 2009

Un centinaio di giovani dai 20 ai 30 anni hanno partecipato al primo incontro dei Laboratori della fede promossi in diocesi dalla Pastorale giovanile. Quest’anno si punta molto sull’aspetto spirituale e l’accompagnamento con due proposte: la prima, coordinata da monsignor Severino Pagani, intitolata “Perché parli lo Spirito”; la seconda, con don Cristiano Passoni, “La più bella avventura”, sulla figura di don Primo Mazzolari. Il laboratorio “Noi e l’Islam” curato da padre Piero Masolo affronta i temi del dialogo interreligioso, ma anche quello del rapporto tra giovani e musulmani oggi. «Poi c’è la dimensione più caritativa con l’attenzione al tema dell’Aids che sarà ripreso anche con l’iniziativa “Giovani e servizio” e la raccolta degli indumenti nel mese di maggio», spiega don Maurizio Tremolada, responsabile diocesano della Pastorale giovanile. Il laboratorio si intitola “Arc-hiv-io” ed è guidato da Laura Rancilio della Caritas Ambrosiana. I temi etici riguardo a vita, eutanasia, cure palliative, pillola Ru486… sono affrontate con il laboratorio “Una meravigliosa avventura” curato da Paolo e Luca Tanduo.
«Quest’anno – dice don Tremolada – i percorsi sono solo cinque perché diverse attività sono ormai tradizionali in diocesi: mi riferisco per esempio al laboratorio sulla politica, ora diventata Scuola di formazione all’impegno socio-politico. Anche quello sul carcere non si fa più, ma in aprile (come già l’anno scorso) ci sarà un convegno e l’incontro dei ragazzi con i detenuti di diversi istituti di pena». «Da una parte – continua il responsabile – si cerca di raccogliere alcune sensibilità dei giovani e dall’altra proponiamo tematiche che riteniamo importanti». Ma i laboratori diocesani sono anche «uno stimolo per attivarne a livello locale o per essere ripresi nelle parrocchie e nei decanati».
I cinque laboratori sin qui presentati si svolgono tra ottobre e novembre, ma in programma ce n’è un altro intitolato “Verso Gerusalemme” che sarà guidato da Elena Bolognesi e si terrà tra gennaio e febbraio. L’idea infatti è «di proporlo a chi verrà a fare il pellegrinaggio in Terra Santa a fine anno per offrire una continuità di riflessione», spiega Tremolada. Le iscrizioni al viaggio si chiuderanno nei prossimi giorni, ma c’è ancora qualche posto (tel. 02.58391330 – giovani@diocesi.milano.it). Era previsto anche un corso base sull’evangelizzazione di strada (“Gerico”), ma i responsabili hanno deciso di affrontarlo all’interno dell’Osservatorio giovani per avere un maggior coinvolgimento in diocesi. Il 31 ottobre quindi si parlerà di primo annuncio e di evangelizzazione di strada allargando l’invito agli educatori. Oltre a riflettere sulla “situazione giovanile” dal gruppo di lavoro dovrà uscire anche qualche proposta «che potrà assumere la forma del laboratorio come avevamo previsto all’inizio». Quest’anno ai Laboratori della fede si è registrato un calo di presenze, dovuto al fatto che sono nate altre iniziative, come il corso socio-politico, frequentato da 150 giovani, e il convegno sul carcere, che l’anno scorso ha visto la presenza di un centinaio di persone. Un centinaio di giovani dai 20 ai 30 anni hanno partecipato al primo incontro dei Laboratori della fede promossi in diocesi dalla Pastorale giovanile. Quest’anno si punta molto sull’aspetto spirituale e l’accompagnamento con due proposte: la prima, coordinata da monsignor Severino Pagani, intitolata “Perché parli lo Spirito”; la seconda, con don Cristiano Passoni, “La più bella avventura”, sulla figura di don Primo Mazzolari. Il laboratorio “Noi e l’Islam” curato da padre Piero Masolo affronta i temi del dialogo interreligioso, ma anche quello del rapporto tra giovani e musulmani oggi. «Poi c’è la dimensione più caritativa con l’attenzione al tema dell’Aids che sarà ripreso anche con l’iniziativa “Giovani e servizio” e la raccolta degli indumenti nel mese di maggio», spiega don Maurizio Tremolada, responsabile diocesano della Pastorale giovanile. Il laboratorio si intitola “Arc-hiv-io” ed è guidato da Laura Rancilio della Caritas Ambrosiana. I temi etici riguardo a vita, eutanasia, cure palliative, pillola Ru486… sono affrontate con il laboratorio “Una meravigliosa avventura” curato da Paolo e Luca Tanduo.«Quest’anno – dice don Tremolada – i percorsi sono solo cinque perché diverse attività sono ormai tradizionali in diocesi: mi riferisco per esempio al laboratorio sulla politica, ora diventata Scuola di formazione all’impegno socio-politico. Anche quello sul carcere non si fa più, ma in aprile (come già l’anno scorso) ci sarà un convegno e l’incontro dei ragazzi con i detenuti di diversi istituti di pena». «Da una parte – continua il responsabile – si cerca di raccogliere alcune sensibilità dei giovani e dall’altra proponiamo tematiche che riteniamo importanti». Ma i laboratori diocesani sono anche «uno stimolo per attivarne a livello locale o per essere ripresi nelle parrocchie e nei decanati».I cinque laboratori sin qui presentati si svolgono tra ottobre e novembre, ma in programma ce n’è un altro intitolato “Verso Gerusalemme” che sarà guidato da Elena Bolognesi e si terrà tra gennaio e febbraio. L’idea infatti è «di proporlo a chi verrà a fare il pellegrinaggio in Terra Santa a fine anno per offrire una continuità di riflessione», spiega Tremolada. Le iscrizioni al viaggio si chiuderanno nei prossimi giorni, ma c’è ancora qualche posto (tel. 02.58391330 – giovani@diocesi.milano.it). Era previsto anche un corso base sull’evangelizzazione di strada (“Gerico”), ma i responsabili hanno deciso di affrontarlo all’interno dell’Osservatorio giovani per avere un maggior coinvolgimento in diocesi. Il 31 ottobre quindi si parlerà di primo annuncio e di evangelizzazione di strada allargando l’invito agli educatori. Oltre a riflettere sulla “situazione giovanile” dal gruppo di lavoro dovrà uscire anche qualche proposta «che potrà assumere la forma del laboratorio come avevamo previsto all’inizio». Quest’anno ai Laboratori della fede si è registrato un calo di presenze, dovuto al fatto che sono nate altre iniziative, come il corso socio-politico, frequentato da 150 giovani, e il convegno sul carcere, che l’anno scorso ha visto la presenza di un centinaio di persone.